sabato 20 gennaio 2007

Terza tappa: Respirazione

Smettere di muoversi? Impossibile! Per fortuna anche se volessimo non potremmo farlo dato che abbiamo bisogno di un flusso d'aria costante che entra ed esce dai nostri polmoni. A tal fine ci sono diversi muscoli che allargano la gabbia toracica per permettere al sangue di arricchirsi di ossigeno tutte le volte che inspiriamo e che perda l'anidride carbonica quando espiriamo.
Tutto ciò è molto utile in questa fase per due motivi, il primo è che ci permette di porre l'attenzione su un fatto automatico e ritmico che avviene dentro di noi e grazie a ciò abbiamo la possibilità di passare al setaccio tutta una serie di sensazioni su cui forse non c'eravamo mai soffermati prima, che vanno dal freddo alle narici durante l'inspirazione, alla dilatazione del torace e quindi alla contrazione del diaframma che dopo aver compresso le viscere per permettere ai polmoni di immagazzinare l'aria, fanno il lavoro contrario un istante dopo per far uscire l'aria, altre diverse sensazioni adesso di caldo umido alla trachea e alle narici.
Accompagnamo col pensiero il tragitto che fa l'aria, da quando entra nel nostro corpo a quando ci lascia; oppure osserviamo nel suo complesso l'evento, quanto dura, quanto è profondo, quanto è regolare, ma senza tentare di modificarne l'andamento.
Il seconod motivo è legato alla ritmicità; adesso stiamo trasferendo l'attenzione dal corpo alla mente, nella prossima tappa è questa che dobbiamo provare a gestire ed avere un riferimento ben preciso, una cosa su cui soffermarsi è come un ancora di salvezza a cui aggrapparsi per evitare di essere portati alla deriva dalla corrente generata dal costante chiacchericcio interiore. Questo è uno dei mezzi più potenti per tentare di raggiungere anche il silenzio interiore, l'ultima e più difficile tappa.




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