sabato 29 dicembre 2007

Le cose rimandate

In ogni fase della mia vita, direi pure in ogni momento della giornata ci sono una serie di cose che avevo programmato di fare ma che sistematicamente rimando a dopo, buona parte di queste va a finire che bene o male le compirò comunque anche se con ritardo ma c'è sempre qualcosa che mi trascino oltre ed è come se aspettassi le condizioni migliori, quali sarebbero poi queste condizioni migliori, neanche me lo chiedo perché so che è una bugia, così cercherò di auto giustificarmi ad esempio smontando le motivazioni che mi hanno spinto a programmare quella certa cosa che adesso non mi va più di fare.
Ci si prepara per sostenere un esame e avuto il materiale da dove studiare la prima cosa che si fa è una bellissima scaletta che dice: "da giorno x a giorno y studiare da pagina x a pagina y..." dopo neanche una settimana i ritardi si moltiplicano e con essi spesso anche i sensi di colpa! Adesso sono molto più libero cosa posso fare di costruttivo per impiegare il mio tempo, do una sistemata alla mia stanza? Ok ma quando, oggi... ma non è urgente meglio domani e domani mi manca la voglia e dopo domani manca il tempo e così via c'è sempre qualche pizzico di qualcosa in meno che serve per realizzare i miei programmi. Non che sia una cosa cronica e fra l'altro non mi è mai costato gravi conseguenze però questa tendenza l'ho sempre notata, ovviamente ci sono sempre le priorità, gli affari improcrastinabili e su quelli c'è poco da discutere. Alla fine di quest'anno faccio un piccolo bilancio di tutte le cose che ho rimandato e chissà se troverò il modo di recuperare dei propositi che ormai sono proprio fuori tempo massimo e chissà se nell'anno che verrà sarò più onesto con me stesso e mi darò soltanto scadenze che sono capace di mantenere, ma vorrei provarci a partire da oggi.
Cos'ho oggi in programma? Rispondere alle email di due miei cari amici che mi hanno scritto giorni fa, Annalisa ed Herbert. Perché ho rimandato? Perché non voglio scrivere le solite due righe di circostanza ma una bella email piena di affetto e cose da raccontare. Quando è il momento migliore? Ora: 10:07
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martedì 25 dicembre 2007

Una poesia di Ungaretti per chi passa da qui



Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare


NATALE - Napoli, il 26 dicembre 1916


domenica 23 dicembre 2007

Come le farfalle

Le vedi sul ciglio della strada sempre indaffarate a portarsi sulla testa carichi pesanti a volte legname per cucinare, altre volte giare piene d'acqua per dar da bere alla propria famiglia, acqua potabile e sicura riempita anche a chilometri di distanza. Non si riesce a scorgere neanche il più piccolo segno di fatica o sofferenza sul loro viso eppure il lavoro è duro, il peso è tutto sulla colonna vertebrale e bisogna tenere la schiena dritta e camminare con passi regolari muovendo il meno possibile il collo in modo che la testa sia sempre perpendicolare al terreno e lo sguardo sempre di fronte.
Le donne indiane sono silenziose, fanno quello che devono e lo fanno senza aprire bocca conoscono benissimo i loro compiti e li sentono come una missione, devono badare alla famiglia crescere con amore i figli, i propri e spesso anche quelli dei parenti stretti e rispettare il marito.
Come in tutti i paesi in via di sviluppo neanche in India la donna ha raggiunto una parità con l'uomo ma è quello che si legge sui libri perchè a girare per le città non sembrerebbe che le donne non siano rispettate, certo fanno lavori a volte duri come quegli degli uomini, come portare pesanti carichi o spaccare pietre per riparare una strada, però c'è rispetto, portano le moto, mai le auto e spesso hanno incarichi importanti, in pochissimi paesi occidentali il presidente della repubblica è una donna e per di più straniera. E' anche vero che i maltrattamenti e le discriminazioni non le si vedono andando in giro per strada tuttavia per quanto possono essere radicate certe idee e condizioni in India vige uno stato di diritto che tutela le donne così come succede in qualsiasi stato occidentale.
Fanno parte del paesaggio; si prova una certa ammirazione nel notare che pur nella povertà esse mantengono una evidente eleganza e pulizia, nei vestiti, nei modi di curare il proprio aspetto, saari sempre in ordine e puliti, veli che nelle situazioni più critiche copriranno i capelli per ripararli dalla polvere della strada.
Stanno sempre avvolte il quei tessuti coloratissimi a volte a colori sgargianti a volte a tinte più tenui, il saari non è un indumento ma soltanto una striscia di stoffa che viene piegata attorno alla vita e al busto creando dei drappeggi come la tenda di un elegante salotto. Un tessuto che copre molto le forme ma che lascia nudo il busto, unica parte che sarà mostrata anche nei contesti più austeri come nei luoghi sacri. Racchiuse in quelle stoffe colorate sono come le farfalle che stanno avvolte ancora nelle loro ali piegate dentro il bozzolo, appena prima di schiuderle ed alzarsi il volo.




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venerdì 7 dicembre 2007

Paradiso terrestre

Il Kerala è quel luogo dove la natura è così benevola con chi vi abita che ogni caratteristica sembra studiata appositamente per fare star bene i suoi abitanti siano essi uomini animali o piante. La vegetazione neanche a dirlo è rigogliosa e ogni specie non è soltanto un ornamento ma un dono prezioso, alberi da frutta, ananas, cocco, banane, foreste intere di palme da cocco e banane, canne da zucchero in quantità tali da poterne anche sprecare qualcuna per sgranocchiare la polpa dolce e succosa. Enormi alberi di tamarindo, coltivazioni di caffè e una grande varietà di the, arbusti di the che sembrano un tessuto elastico che aderisce perfettamente a sinuose colline e dolci pendii.
Chili, pepe, vaniglia, mostarda, ginger, sandalo e ogni tipo di pianta aromatica alcune molto rare e pregiate con cui si producono diverse qualità di churry. Distese di riso a perdita d'occhio interrotte solo da foreste selvagge e protette. E poi ancora coltivazioni di alberi della gomma molto redditizie, tutte piante che non servono soltanto a gratificare la vista ma anche il palato e il portafogli, coltivazioni che non richiedono chissà quali cure e fatiche per l'uomo perché sono piante che anche spontaneamente sono molto produttive. La gente vive di agricoltura, fa una vita semplice ma dignitosa e soprattuto nessuno patisce la fame. Il clima è quanto di più gradevole ci si può aspettare, anzi è difficile per chi è abituato alla stagionalità concepire 25/30° costantemente per tutto l'anno, in Kerala non c'è estate e non c'è inverno, l'unica alternanza sarà quella di una stagione delle piogge seguita da una stagione secca, ma mai alluvioni disastrose e mai gravi siccità che causano dei guai al raccolto.
Forse un occidentale potrebbe non gradire un clima tanto clemente perché è legato sentimentalmente al suo inverno rigido fatto di piumoni, caminetti accesi e il Natale con il paesaggio che si imbianca, così come all'estate con le sue le spiagge gremite e tutte le altre immagini piacevoli, ma chi ha sempre vissuto in un luogo dove non serve faticare per proteggersi dal freddo o dal caldo e non serve neanche stressarsi in auto per andare al lavoro e non è necessario mettere in mostra chissà quale tenore di vita per sentirsi delle persone rispettabili penso che difficilmente quella gente cambierebbe la sua vita con quella di un occidentale.




Difficilmente una foto può rendere giustizia allo stupore che si prova nel trovarsi al centro di una coltivazione di the grande centinaia di ettari
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mercoledì 5 dicembre 2007

Bangalore

Penso che il sogno segreto di ogni viaggiatore sia quello di riuscire in poco tempo a fare una sintesi della vita e dei luoghi che ha visitato da archiviare nei ricordi grazie a qualche album che si mostra agli amici come fosse un trofeo di caccia.
Alcuni hanno il buon senso di non dirlo ma sotto sotto lo pensano, a quelli più spocchiosi invece gli senti dire chiaramente "Io ci sono stato, so cosa vuol dire vivere come vivono....", conoscere i costumi e la mentalità di un paese al pari delle persone che ci sono nate e vissute da sempre, è una mera illusione.
Ad esempio quando si visita una località di uno stato lontanissimo al proprio, l'errore più facile che si può commettere è quello di fare di tutta l'erba un fascio, pensare che quella località visitata possa con buona approssimazione rappresentare l'intero stato in cui si trova. Io ho passato un paio di settimane in una città indiana e pensavo di essermi fatto un'idea precisa di come è fatta l'India e di come sono fatti gli indiani, poi visito Bangalore e mi tocca smontare buona parte delle idee. Mi sposto di appena 1000 km a sud e mi tocca ricominciare daccapo: il paesaggio è diverso, il clima è diverso, il cibo, la lingua, il colore della pelle e la fisionomia dei visi della gente, lo stile di vita, tutto diverso, non di tantissimo ma se le differenze le nota anche l'occhio del turista viene per la prima volta in India vuol dire che ci sono e sicuramente saranno ancora più evidenti agli indiani.
Bangalore è una città cantiere; si costruisce ovunque e in tutto il caos da "lavori in corso" ci si possono trovare quartieri che ricordano Nagpur con mediocri palazzoni popolari senza nessuna idea originale accanto a quartieri che sembrano portati qui da una metropoli statunitense, grattacieli di vetro e lussuosi hotel con portiere in divisa davanti l'ingresso e poi ancora a qualche centinaio di metri discariche a cielo aperto con persone uccelli, cani, scimmie ed altri animali a caccia di qualche residuo commestibile.
Il problema di una descrizione è in tutti i casi quello di circoscrivere con precisione l'oggetto a cui si riferisce. Se dicessi che l'India è caotica e sporca mi sbaglierei perché mi sto riferendo ad un territorio immenso e invece probabilmente questa mia convinzione l'ho maturata vedendo soltanto una o due città. L'India è come una persona che non si conosce: all'inizio tutto sembra complicato e si procede con cautela poi qualcosa comincia a diventare famigliare e si prende confidenza ma è quando si ha la certezza di avere capito chi hai di fronte che questa fa qualcosa che proprio non ti saresti mai aspettato e allora occorre pazienza e rivalutare ogni cosa.



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