venerdì 27 luglio 2007

Resistere . . .

Anche la capacità di sopravvivere a delle condizioni avverse viene definita sempre dal termine resistenza. Le Hsp (Heat Shock Proteins) o proteine da shock termico vengono prodotte da tutte le cellule, dai batteri fino alle cellule umane, quando si trovano ad una temperatura superiore a quella fisiologica, è l'unica arma che hanno per sopravvivere a condizioni avverse. Le funzioni delle HSP sono molteplici, alcune ancora sconosciute, si sa ad esempio che circondano le altre proteine per evitare che il calore le denaturi e che interagiscono con le cicline per rallentare il ciclo cellulare dato che una divisione cellulare a condizioni così avverse può risultare fatale.
La cellula quindi non ha la capacità di ridurre la propria temperatura né tanto meno di ridurre la temperatura dell'ambiente in cui si trova per questo, l'unica cosa che può fare è tenere duro nella speranza che la situazione ritorni alla normalità.
Anche una persona può imparare a resistere al freddo, al caldo, alla fame, alla solitudine, alle malattie ma non sempre il modo migliore di resistere è quello di entrare in conflitto, di combattere contro la causa del proprio disagio, a volte è meglio assecondarla, farsi passare i problemi sotto come un onda, senza cercare di mantenere i piedi ancorati al fondale rischiando di farsi sommergere e annegare. Mi piace tanto la figura del giunco che sa piegarsi per evitare di spezzarsi, flettersi fino a terra sapendo di poter ritornare in alto, in opposizione a quella di un grande albero con una folta chioma e un tronco robusto che cerca di restare a tutti i costi in piedi rischiando così di essere sradicato o spezzarsi irreparabilmente.
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sabato 21 luglio 2007

Resistere . .

In un metallo tutti gli elettroni che normalmente ruotano attorno al nucleo, sono liberi di muoversi in tutte le direzioni in un flusso caotico che non produce in realtà nessuno spostamento netto di carica. Dato che gli elettroni sono carichi negativamente basta anche una piccola spinta (differenza di potenziale) alle due estmità di un materiale conduttore per generare un flusso netto di elettroni che si spostano tutti ordinatamente da una parte all'altra del filo, si genera per l'appunto una corrente elettronica (o elettrica). E' a questo punto che i nuclei degli atomi del metallo cominciano a opporre resistenza a questo passaggio continuo e questa resistenza produce un aumento dei moti di vibrazione degli atomi stessi cosa che si traduce in un aumento della temperatura del filo di metallo attraversato dalla corrente. E' il principio che viene usato nelle resistenze elettriche contenute in tutti gli elettrodomestici capaci di generare calore attraverso la corrente.
D'altro canto tutti i sistemi fisici oppongono resistenza a una qualunque forza cerchi di modificare il loro stato iniziale, l'inerzia è l'esempio più semplice. Anche le persone hanno una loro inerzia tutte tendono a opporre resistenza a un cambiamento e per quanto si sforzano di essere aperti e avere le più ampie vedute possibili se un evento cambia uno stile di vita, un modo di pensare o semplicemente delle abitudini radicate da anni questo non è mai il benvenuto; forse perchè è molto comodo adagiarsi nelle proprie sicurezze ed è difficile mettersi in gioco e desiderare il cambiamento, stranamente anche quando questo porta a un miglioramento della propria vita.
Come un auto che quando è ferma oppone resistenza a tutte le forze che la spingono per metterla in moto così anche le persone si oppongono a tutte le spinte altruistiche che inducono ad esempio donare le proprie energie a un altra persona a un sofferente o al primo che ne ha bisogno. Ma se c'è chi non riesce a partire c'è anche chi non riesce a fermarsi e non accetta l'idea di una vita senza poter amare qualcuno in particolare o senza poter dedicare parte del proprio tempo agli altri. Sono le persone che hanno ricevuto tanto dalla vita che sentono la necessità di donarsi e l'idea di non essere più nelle condizioni di essere d'aiuto o di non avere mai nessuno accanto da rendere felice, diventa insopportabile.
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giovedì 19 luglio 2007

Resistere

Opporsi a una situazione a una condizione o a una forza, la mia idea di resistenza è quella di un conflitto fra come stanno andando le cose e come vorremmo che vadano. Quando si instaura una dittatura c'è sempre qualcuno che sente il bisogno di resistergli magari uscire di casa e rischiare la vita pur di cambiare una situazione politica umanamente inaccettabile.
La resistenza che fecero i partigiani al fascismo in alcune circostanze prese i connotati di una guerra civile ma fu un evento che cambiò la storia del nostro paese e buona parte della costituzione fu scritta proprio da quegli stessi comuni cittadini che fino a pochi mesi prima venivano definiti dei fuorilegge dal regime, del resto anche a una lettura distratta si possono ancora rintracciare in essa quegli stessi ideali di giustizia e libertà che spinsero quegli uomini a lottare e morire per liberare il paese dalla dittatura.
La resistenza è sempre un conflitto, ma non necessariamente violento; quando Gandhi resistette all'arroganza del colonialismo britannico fu l'inizio del crollo di quell'impero che sfruttava senza alcun diritto le ricchezze di terre lontane e da allora il mondo imparò che è possibile combattere le ingiustizie anche senza l'uso delle armi.
Quando un gruppo ragazzi decise di resistere alla mafia e al racket delle estorsioni riempirono la città di Palermo con dei volantini su cui scrivevano "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità" a quel punto tutti coloro che pagavano si sentirono chiamati in causa e iniziò un gran parlare su chi poteva aver avuto un coraggio simile in un ambiente sempre soffocato da una forte omertà, così i ragazzi uscirono allo scoperto firmando con nome e cognome quella campagna anti racket e invitarono tutti a fare altrettanto, chiedendo ai commercianti che pagavano di denunciare e a chi non pagava di aderire alla loro campagna di "consumo consapevole" ovvero una specie di riconoscimento che avrebbe invogliato i consumatori ad acquistare maggiormente da chi non pagava il pizzo. Questo e altri stratagemmi che potevano rendere meno difficili le denunce ebbero il loro primi risultati. Fin'ora a distanza di 3 anni dalla nascita di questo comitato si ha la conferma che la cosa funziona e cosa più importante si è visto che la mafia può fare ben poco contro una mobilitazione civile di questa portata. L'ennesima conferma che opporre la propria resistenza alle ingiustizie conviene sempre.


lunedì 16 luglio 2007

Il parto dei canguri

La gestazione dei canguri è un processo piuttosto insolito nella classe dei mammiferi in realtà l'ordine dei marsupiali (methateria) a cui appartengono i canguri si allontana molto da tutti gli altri mammiferi, non hanno delle vere e proprie ghiandole mammarie ma il latte viene secreto da un gruppo di ghiandole sudoripare all'interno del marsupio. La gestazione non può essere totalmente interna perché pur possedendo l'utero, la placenta che sviluppano è sufficiente a portare avanti solo le prime fasi dello sviluppo, é per questo che dopo pochi giorni dalla fecondazione il feto viene partorito per andarsi a sistemare all'interno del marsupio.
E' una fase delicata perché a quello stadio di sviluppo il piccolo canguro è ancora un animaletto di pochi centimetri che deve farsi strada fra la folta pelliccia della madre per un tragitto abbastanza lungo; ovviamente la madre percepisce questo passaggio ed eviterà che qualcosa vada storto. Non appena il feto è dentro il marsupio inizia la seconda e più lunga fase dello sviluppo che durerà non meno di 6 mesi, un tempo in cui il piccolo canguro vivrà dentro il marsupio crescendo grazie al latte della madre; fino a quando non sarà finalmente abbastanza grande per uscire fuori sorreggersi con le proprie gambe.
Pur tuttavia la madre continuerà a prendersi cura di lui per ancora un altro anno; tempo nel quale il piccolo canguro rientrerà spesso e volentieri in quella confortevole tasca materna in cui è cresciuto. Dopo di ciò inizia il vero e proprio svezzamento, una fase in cui la madre smette di dare rifugio e nutrimento al piccolo per educarlo all'autosufficienza.



venerdì 13 luglio 2007

60 anni di matrimonio

La signora Rosalia soffre di insufficienza cardiaca e anche un paio di brevi rampe di scale le causano un forte affanno. Suo marito Francesco, da una vita accanto a lei, riesce a prevedere ogni sua necessità e prima ancora che si presenti un problema lui è lì pronto a fare il possibile per aiutarla.
Non è mai invadente non sono delle gentilezze pedanti che le fanno pesare la sua infermità; dopo oltre 60 anni di matrimonio i due sono sempre capaci di prendersi cura l'uno dell'altra e grazie a ciò essere pienamente indipendenti da una assistenza esterna nonostante i problemi di salute e l'eta avanzata.
Non hanno più bisogno di dirsi grandi cose e con poche parole e gesti semplici riescono spesso e volentieri a scherzare e tirarsi su di morale, combattono la solitudine e continuano una vita fatta di azioni quotidiane ripetute negli anni una infinità di volte. In casa non hanno bisogno di dividersi i compiti semplicemente ognuno fa quello che deve e quando ha finito, se necessario si fa carico del compito dell'altro.