martedì 13 novembre 2007

Nel paese delle meraviglie

"...quando dal nulla un coniglio bianco con gli occhi rosa le passò accanto correndo a tutta birra. Niente di veramente insolito in ciò, ne ad Alice sembrò del tutto fuori dal comune che il coniglio diceva fra sè e sè: O cielo che ritardo siamo già nel terzo millennio! (Quando poi ci ripenso le venne in mente che avrebbe dovuto meravigliarsene, ma sul momento tutto le sembrò cosi' naturale)"





E' strano che scendendo dall'aereo l'aria faccia uno certo tanfo, come di fogne o zolfo, qualcosa di sgradevole ma indefinito? Certo che lo è! Ancor più se gli aereoporti sono zone ben ventilate e fuori dalle città, però che fare.. pazienza non mi va di stare a rifletterci su più di tanto, il viaggio è stato lungo e trovarsi con un'altra temperatura e ad un'ora del giorno che non coincide coi miei ritmi mi ha disorientato.
Poi esci dal terminal e fuori c'è molto traffico, il sole picchia forte, la puzza adesso è insopportabile, è strano? Non tanto anche in una città occidentale con traffico intenso c'è quell'odore nauseante dei fumi di scarico. Eppure le auto sono pochissime e il traffico è solo di lambrettini a tre ruote e rishiò sui cui pedali si alzano uomini magrissimi che spingono forte per portare 3 o anche più passeggeri chissà dove. Certo è strano, come è strano che in una sola città abitanto tanti abitanti quanti ce ne sono in una intera nazione europea, ma piano piano tutte quelle stranezze diventano "accettabili" come per Alice divenne accettabile vedere un coniglio bianco che non solo andava di fretta ma che poteva sentirlo lamentarsi di essere in ritardo.
Così anche per un turista occidentale diventa accettabile che le mucche non si trovano soltanto nelle campagne a pascolare ma che fanno parte del paesaggio cittadino perché le vedi gironzolare nel traffico tutti i giorni, o come è accettabile farsi lunghe passeggiate per boschi tanto rigogliosi ma con una fauna e flora talmente sconosciute da sembrare aliene.
Il ministero del turismo indiano lanciava mesi fa una campagna promozionale il cui slogan era "Incredible India" ed è proprio vero che agli occhi di un occidentale alcuni aspetti del mondo indiano possono apparire "incredibili" perchè talmente distanti dalla nostra realtà che si fa tanta fatica anche solo ad immaginare.
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domenica 11 novembre 2007

Punto 0

C'è uno stato grande quanto un interno continente e i suoi abitanti pur nella diversità condividono tutti gli stessi usi e costumi la stessa storia lo stesso orgoglio nell'appartenere alla più grande democrazia nella storia dell'uomo. Sono un popolo pacifico, sono poveri ma la delinquenza è a livelli che qualunque stato occidentale neanche sogna di raggiungere, nella loro lunghissima storia pur trovandosi su una terra ricca di risorse e spesso depredata da invasori stranieri non hanno mai fatto grandi guerre eccetto le poche in cui si sono lasciati trascinare e l'unica a cui hanno partecipato in massa che è stata una guerra non violenta. Non condividono la stessa lingua ne la stessa religione e neppure le stesse caratteristiche somatiche eppure si sento tutti solidali gli uni con gli altri, tutti appartenenti ad una stessa grande famiglia.
E più o meno al centro del loro immenso continente-nazione si trova una città che non ha nulla di speciale al di là della sua particolare posizione geografica, la prendono come punto di riferimento per calcolare tutte le altre distanze: la chiamano Nagpur che vuol dire la città delle arance , il punto zero di tutte le più grandi vie di trasporto indiane.





La colonna che si vede in fondo e' stata eretta per indicare il punto da cui si misurano tutte le distanze fra le piu' grandi metropoli dell'intero continente
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