venerdì 15 febbraio 2008

Saper tacere

Mi capita spesso di dover dibattere con altra gente su un certo tema, ognuno dice la propria su come la vede e chiunque se vuole può aggiungere la sua. E' una situazione in cui vengono fuori dei comportamenti odiosi tenuti dai saputelli di turno che si sentono obbligati dall'umanità a dire sempre e comunque la propria opinione, ora se io dico la mia su un certo argomento faccio una cosa normale e forse anche utile, però se un altro dice la sua e io mi sento in dovere di dire come la penso riguardo ciò che ha detto sto facendo un passo in più che non serve a nessuno, sia che apro bocca per ribadire che sono daccordo sia che lo faccio per criticare il suo pensiero sto comunque facendo un qualcosa in più che serve solo a fare conversazione, che può essere anche utile e costruttivo se si è in 2 o 3 ma se ci si trova in 20 a dover affrontare un certo argomento, iniziare una conversazione in 20 diventa come uno di quei talk allucinanti dove tutti si accavallano e quasi sempre per insultarsi.
Per non parlare delle situazioni in cui le parole non servono perchè diventano inefficaci non è un caso che quando si vogliono esternare dei sentimenti si preferisce servirsi di gesti e di azioni piuttosto che di parole dette e stradette ormai logore e svuotate del vero significato. Credo che il problema delle parole e del limite del linguaggio sia quello scritto che quello orale stia proprio nel servirsi delle parole; delle "cose" che hanno un significato non sempre perfettamente sovrapponibile in tutti quelli che le ascoltano è il problema del significato e del significante; per questo spesso un gesto è più efficace perchè almeno produce una sensazione facilmente percepibile da chi lo riceve, anche se può sempre essere equivocato.
C'è un regista che rappresenta delle meravigliose storie d'amore in cui i protagonisti non si dicono nulla o quasi. Se ci si pensa bene poi ci sono delle parole perfettamente inutili, o che aggiungono piccolissime sfumature di significato che servono a poco, ce ne sono altre che vengono usate a sproposito, chissà quanti alunni hanno fatto quel giochino cattivo di contare quante volte un prof dice la sua parola preferita durante una lezione, io ne avevo uno che diceva "essenzialmente" mi sembra che in un'ora arrivava a dirla almeno un centinaio di volte! Parole inutili, discorsi ancora più inutili o perfino dannosi. In alcuni casi il saper tacere davanti ad una persona che ci parla è un gesto di pazienza e anche di affetto, se chi abbiamo accanto possiede un minimo di sensibilità forse è capace di interpretare il nostro silenzio, che può assumere tanti significati a seconda dei precedenti che ci sono stati: Anche se non mi importa nulla di ciò che dici io sto attento perchè voglio comunque capire cosa ti spinge a parlare così.
Anche se ti ho detto tante volte che non sono daccordo adesso che tu insisti io mi sto zitto, perchè non mi va di cercare lo scontro.
Anche se a parole non sono riuscito a farti capire che dovresti piantarla perchè così ti fai soltanto del male resisto alla tentazione di dirtelo per l'ennesima volta.







Staremo ad ascoltare senza pregiudizio alcuno.
Staremo ad ascoltare senza giudicare o reagire.
Staremo ad ascoltare al fine di capire.
Staremo ad ascoltare così attentamente da riuscire a percepire quanto ci viene detto e quanto ci viene taciuto.
Sappiamo che nel solo ascoltare profondamente un’altra persona noi la aiutiamo ad alleviare molte pene e sofferenze.


mercoledì 13 febbraio 2008

Niente da dire

Signore e signori oggi non ho un bel niente da dirvi! Chissà come avranno desiderato iniziare e finire con queste parole tutti quelli che hanno l'incombenza di preparare con una certa frequenza un editoriale, un discorso, un'udienza, sempre lì a scervellarsi su qualcosa di interessante da dire nel ruolo "istituzionale" che si riveste, che sia un semplice giornalista che cura una certa rubrica, un direttore di giornale o un capo dello stato che deve parlare tutte le settimane in una trasmissione radiofonica.
Anche io che scrivo un blog a volte sento questa specie di spada di Damocle sulla testa come se dovessi tassativamente scrivere un certo numero di post mensilmente senò non vale, o deludo i visitatori o mi becco chissà quale rimproverò chissà da chi. A un mio amico a cui consigliavo di iniziare a curare un blog ho sentito dirgli che non lo faceva perchè poi nei giorni in cui non avrebbe avuto niente da dire il blog sarebbe rimasto vuoto. Adesso mi sento pronto per fargli pubblicamente una decina di obiezioni, a lui ma anche a me stesso quando prendo troppo sul serio questa cosa del blog. Punto primo, per quanto ci si atteggia a grandi pensatori o conoscitori di una certa disciplina la profondità nel pensiero è l'eccezione e non la regola, è uno sprazzo e non l'interezza di una persona e del suo tempo. Una persona seria quando mai è seria per tutto il giorno, una persona profonda quando mai è profonda sempre e in tutte le situazioni? E se lo è allora sicuramente sta reprimendo il suo lato leggero della sua personalità, scelta stupida e fuori luogo. Però ogni tanto rileggo e noto che questo blog è pieno di post seri di temi impegnativi e di osservazioni che vorrebbero essere profonde, sii clemente! Non l'ho fatto apposta... non è per atteggiarmi ed elevarmi a chissà quale livello intellettuale/spirituale il fatto è che quando si decide di rendere pubblici dei pensieri propri l'idea, almeno la mia, è quella di volere fare "un servizio pubblico" la speranza è che le mie scoperte, nella vita e nel rapporto con gli altri, possano alleviare le sofferenze di chi legge, che detto così sembra qualcosa di altisonante ma non è niente di particolare, semplicemente quello che facciamo tutti quando ci confidiamo fra a amici e raccontiamo le nostre esperienze nella speranza che chi ci ascolta non faccia gli stessi errori nostri. Per il resto reputo sconveniente riempire questa rete che diventa sempre più grande di informazioni inutili o peggio banali o peggio ancora doppioni, idee o testi interi che si possono ritrovare su altre pagine, riempirla ulteriormente di banalità o di cose già sentite, almeno questo è l'intento: dire qualcosa di nuovo e di utile.
Caro/a visitatore/visitatrice adesso che mi sono tolto questo peso posso dirti con molta soddisfazione che dal 27 Gennaio fino ad oggi non ho avuto niente di interessante da dirti, la mia vita in questi giorni è scivolata nella banale routine quotidiana e la mia mente non ha generato pensieri degni di nota.
Ma adesso sai che ti dico? Proprio ora mentre scrivevo queste cose ho avuto un pensiero "utile" sul silenzio e sulla forza che bisogna avere per non esprimere sempre il proprio punto di vista anche quando non è richiesto o non è necessario.
Adesso farò dell'altro ma vedrò anche di organizzare le idee così domani provo a condividerle con te.
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