mercoledì 21 febbraio 2007

I pagliacci al governo e le conquiste morali

Questa è la faccia di una persona immatura.
Si chiama Franco Turigliatto e in 61 anni di vita non ha mai sentito la necessità di conseguire un titolo di studio superiore alla licenza media. Negli ultimi 9 mesi lo potevate trovare seduto a Palazzo Madama in qualità di Senatore della Repubblica Italiana. Militava nel partito della Rifondazione Comunista, nonostante l'età e l'alto ruolo istituzionale che si è conquistato negli anni non ha ancora acquisito una dote che imparano facilmente tutti coloro che almeno una volta nella loro vita hanno fatto parte di una squadra e cioè il rispetto del collettivo a cui si appartiene qualunque esso sia. Anch'io faccio parte di un piccolissimo gruppo di persone che prende decisioni infinitamente meno importanti di quelle che poteva prendere il signor Turigliatto e sebbene più volte mi sia trovato in disaccordo con gli altri non mi ha mai sfiorato l'idea di andare oltre la semplice critica e far fallire il lavoro svolto affossando l'intero gruppo solo perchè ha preso una decisione che non condividevo. Del resto il rispetto di una maggioranza è un concetto valido a tutti i livelli, quando mi è stato chiesto di far parte di questo gruppo per prendere decisioni per conto di altri non ho impiegato molto tempo a capire che se il mio pensiero non fosse stato condiviso dalla maggioranza del gruppo, potevo fare solo due cose: convincere qualcun'altro a pensarla come me esponendo le mie ragioni e nel caso non ci fossi riuscito, accettare senza rancori la scelta presa.
Non penso d'aver fatto chissa quale conquista morale, anzi a me sembra una cosa piuttosto banale è un piccolo gesto di umiltà e di altruismo, di chi mette il bene comune prima delle idee personali cosa che non vuol dire necessariamente rinnegarle. E' banale anche avere la capacità di valutare le conseguenze delle proprie parole o azioni e la cosa che più sconcerta è constatare che esistono persone che hanno sprecato un'intera vita a coltivare azioni e pensieri molto poco educativi. Ci si aspetta poi che la società si accorga della bassezza morale di una persona e provveda a darle un ruolo in cui non può nuocere ad altri e invece si scopre che a certa gente viene concessa una grande responsabilità anche nei confronti di milioni di persone.

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domenica 18 febbraio 2007

La Macchina-Z e l'energia misteriosa

Ieri girando in rete alla ricerca di notizie sulla fusione nucleare ho letto un articolo che mi ha lasciato a bocca aperta.
In un laboratorio di ricerca ad Albuquerque nel Nuovo Messico, studiano il plasma (uno stato della materia in mezzo fra solido e liquido) con un apparecchio chiamato Z-Machine che facendo passare in dei fili di tungsteno una grandissima quantità di corrente vaporizzano il metallo, questi vapori vengono poi colpiti da fasci laser che riscaldano il gas fino a trasformarlo in plasma. Di solito in questi esperimenti si raggiungono temperature simili a quelle di una fusione atomica (100 milioni di C°) ma nel marzo del 2006 qualcosa è andato storto, le bobine di tungsteno da vaporizzare erano state accidentalmente sostituite dal bobine in acciaio più spesse e la temperatura che si raggiunse era di oltre un ordine di grandezza più alta, vale a dire 2 miliardi di C°!! Una persona sana di mente pensa che c'è un errore di lettura nei termometri, ed è quello che pensarono i ricercatori, così si rifece l'esperimento nelle stesse condizioni e usando nuovi termometri più appropriati a registrare quel tipo di temperatura, si riottenne lo stesso risultato e così tutte le altre volte che si riprovò l'esperimento.
Le cose sorprendenti sono due. Primo: non si è mai raggiunta una temperatura simile sulla Terra e per quel che sappiamo neanche all'interno delle stelle la temperatura raggiunge i 2 miliardi di gradi. Seconda cosa: una reazione ancora sconosciuta capace di fornire molta più energia di quella che gli è stata data per innescarla, potenzialmente può essere usata per mettere a punto una centrale elettrica per usi civili.


"Inizialmente non credevamo a quello che stava accadendo - ha spiegato - abbiamo ripetuto l'esperimento molte volte per essere sicuri di avere un risultato vero e non un 'Ooops'!"





La Z machine al Sandia National Laboratory.

A causa degli elevatissimi voltaggi, i circuiti di alimentazione dell'equipaggiamento sono immersi in camere concentriche riempite con 2000 m³ di olio per trasformatori e 2300 m³ di acqua deionizzata, che agiscono da isolanti. Tuttavia, l'impulso elettromagnetico in fase di scarica causa fortissimi lampi di luce, simili ad archi e scintille o flashover, tutto intorno ai molti oggetti metallici presenti nella stanza
(cliccare sulla foto per scaricare la versione in alta risoluzione).

Fonte: Wikipedia

La notizia: Italiano, Inglese.
Il sito ufficiale

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sabato 17 febbraio 2007

La fusione della materia

Esiste una reazione capace di generare una immensa quantità di energia a partire da una piccola quantità di combustibile che è anche l'elemento più abbondante in natura, non produce gas tossici e non produce scorie radioattive, si chiama "fusione nucleare" e riuscire a costruire un reattore dove far avvenire questa reazione vuol dire avere trovato la soluzione definitiva al problema energetico.
La reazione di fusione avviene quanto due atomi di idrogeno impattano ad altissima velocità, se lo scontro è sufficiente a vincere le forze di repulsione nucleari questi si fondono assieme producendo deuterio e sprigionando una quantità immane di energia, è la reazione che avviene all'interno di tutte le stelle e le temperature che si raggiungono sono dell'ordine dei 100/160 milioni di C° che è troppo per qualunque materiale o lega sintetica da noi conosciuta.
Inoltre per innescare una reazione di fusione occorre riscaldare l'idrogeno a temperature vicine ai 100 milioni di C°, per questo in una bomba H (*) si usa una testata atomica la cui esplosione "accenderà" anche la reazione di fusione degli atomi di idrogeno.
In un reattore dove questa reazione deve avvenire in maniera controllata è impensabile usare testate atomiche e nel progetto sperimentale di reattore a fusione detto ITER che verrà costruito in Francia nell'2015, si ricorre a dei potenti laser che riscaldano un gas di idrogeno e deuterio. Il problema della temperatura eccessiva sembra essere risolto da un sistema di confinamento magnetico, una grossa potente ciambella magnetica confina al suo interno un anello di plasma fuso che rimarrà sospeso a una distanza di sicurezza dai magneti stessi. Fin'ora si riesce a innescare la reazione ma questa non è stabile dato che dura solo pochi secondi e per riaccenderla bisognerà fornire un energia superiore rispetto a quella prodotta. Le ricerche sui reattori a fusione nucleare cominciarono durante la guerra fredda e andarono avanti molto a rilento a causa degli altissimi costi, insostenibili per una sola nazione, alcune previsioni parlano del 2050 come l'anno della svolta in cui questi reattori potrebbero essere una realtà, lo stesso progetto ITER nato da una collaborazione di 10 stati di tutto il mondo, appena finito anche se realizzato per scopi di ricerca con gli opportuni aggiustamenti potrebbe essere il primo prototipo funzionante di reattore a fusione nucleare. L'energia perfetta, la stessa prodotta all'interno delle stelle.

Lo stato dell'arte
I vantaggi della fusione


(*) Giocare col fuoco

Nel '61 l'URSS realizzò un ordigno sperimentale capace di accendere letteralmente un secondo Sole sulla Terra, chiamato "lo Zar" fu fatto esplodere a nord del circolo polare artico, 4000 metri dal suolo con l'ausilio di un gigantesco paracadute. La nube a fungo risultante dall'esplosione era alta 60 km, l'onda d'urto fece per tre volte il giro della terra e il lampo dell'esplosione risultò visibile a 1.000 km di distanza. Si calcolò che l'energia sprigionata fu pari a 4.000 bombe atomiche come quella lanciata su Hiroshima, la temperatura raggiunse i 100 milioni di gradi C° e venne vaporizzato tutto quello che si trovava nel raggio di 6 km dal punto di esplosione. Le bombe H non emettono grandi quantità di radiazioni ma il loro potere distruttivo è infinitamente più alto di una bomba atomica, fra l'altro le prime si possono fare grandi quanto si vuole mentre le atomiche oltre una certa massa, la reazione di fissione produce sempre lo stesso effetto.
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venerdì 16 febbraio 2007

La fissione della materia

Quando fu scoperta la radioattività si capì che gli elementi radioattivi per definizione irradiavano l'ambiente circostante di una qualche forma di energia allora sconosciuta.
Adesso sappiamo che quella energia che chiamiamo radiazione non sono altro che i mattoni di cui sono fatti i nuclei degli atomi radioattivi che vengono sparati nello spazio circostante al fine di autostabilizzarsi dato che, così come sono, uranio, plutonio e cesio sono sostanze instabili che tendono appunto a decadere ovvero a perdere "pezzi" diventando elementi più stabili e perdendo col tempo questa proprietà. Se raggiunge una certa massa critica un elemento radioattivo innesca una reazione a catena causata dalla radiazione stessa, poichè l'emissione di protoni e neutroni da un nucleo può colpire quello adiacente che fa altrettanto coi suoi protoni e neutroni che colpiranno i nuclei adiacenti e così via, se pensiamo che a ogni impatto si produce una certa quantità di energia, capiamo bene che una reazione del genere non controllata produce una quantità immensa di energia anche con piccolissime quantità di materiale radioattivo, ed è quello che succede in una esplosione nucleare.
In una centrale invece la reazione è controllata da delle barre di graffite che smorzano le disintegrazioni atomiche cosa che produce calore in maniera regolata il calore porta in ebollizione l'acqua che produce vapore che fa girare una turbina che produce corrente elettrica. Da una centrale nucleare esce soltanto un po' di vapore acqueo nessun gas inquinante e niente di nocivo per l'uomo e l'ambiente. Gli inconvenienti sono tre, la paura di una esplosione che sarebbe catastrofica ma anche senza un' esplosione perdere il controllo di una reazione così violenta può accendere il nucleo radioattivo che resterebbe acceso a produrre calore e radiazione letali anche per centinaia di anni, è quello che purtroppo è successo a Chernobyl dove attualmente a distanza di 20 anni dall'incidente il nocciolo di quella centrale è ancora attivo e produce ancora calore e radiazioni all'interno di un sarcofago di cemento armato costruito per minimizzare i danni alla popolazione. Secondo problema sono le scorie dato che queste contengono ancora una certa quantità di radioattività potenzialmente nociva per l'uomo occorre immagazzinarle in siti sicuri. Il terzo inconveniente è che i giacimenti di uranio e plutonio non sono infiniti quindi anche questa risorsa è da considerarsi esauribile. Io credo che lo spauracchio di un olocausto radioattivo e il problema delle scorie sia stato sopravvalutato; le moderne centrali hanno sistemi di sicurezza multipli e molto efficienti ed è impossibile che si verifichino altri incidenti gravi, inoltre le scorie prodotte da queste centrali di ultima generazione contengono pochissima radiazione residua e i siti di stoccaggio possono essere facilmente ricavati in grotte sotterranee senza particolari problemi.
Probabilmente se 30 anni fa si fosse presa la strada del nucleare adesso l'aria sarebbe meno inquinata e il numero di morti per tumore al polmone anche inferiore.



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giovedì 15 febbraio 2007

La biomassa

Tutto ciò che può produrre calore è anche fonte di energia elettrica. Se uso il legno cresciuto nei nostri giorni come combustibile per produrre corrente, potrebbe sembrare uno spreco di un materiale che può essere più utile in altri impiegni più nobili e per di più potremmo pensare di stare facendo un torto all'ambiente.
Non è così. Le piante per crescere sottraggono CO2 dall'atmosfera e quando le bruciamo restituiscono durante la combustione quella che hanno preso durante la crescita, forse non miglioriamo la situazione ma neanche la peggioriamo.
Solo quando bruciamo i combustibili fossili immettiamo in aria della CO2 che era stata sottratta dalle piante milioni d'anni fa. Ovviamente non si parla di tagliare gli alberi che già ci sono, ma piantarne di nuovi per lo scopo. Fra l'altro rimboschire l'ambiente vuol dire installare delle macchine che ossigenano l'atmosfera e riducono l'effetto serra ed è assurdo pensare di disboscare solo per fare energia elettrica, ma se si trova un modo per coltivare una pianta che cresce rapidamente senza particolari cure in un ambiente fertile la massa di legname e foglie che produce sarà così abbondante da finire per poter alimentare con costanza una centrale termoelettrica come le tante che attualmente vanno a petrolio, senza neanche la necessità di particolari riadattamenti tecnici troppo costosi.
Ci sono riusciti in Finlandia, l'abbondanza di terreno e precipitazioni crea le condizioni ideali per la coltivazione di una pianta a crescita molto rapida, il salice. Ci sono grosse aziende agricole che hanno convertito le loro coltivazioni di ortagi in coltivazioni di salici, questi verranno tagliati quando raggiungono una buona misura e venduti a una centrale elettrica le cui caldaie sono alimentate coi trucioli fatti con tronchi, foglie e radici di salice. Queste spesso aggiungono i rifiuti cittadini, per lo più cartacei, così come i resti delle segherie e tutto quello che di organico viene scartato da una città.
Il protocollo di Kyoto tanto discusso e rifiutato proprio dai paesi maggiormente inquinanti come gli Stati Uniti, che con le loro emissioni vanificano gli sforzi di tutti gli altri paesi più virtuosi, prevede che si realizzi una specie di banca della CO2 , in base alla produzione, ogni paese deve ridurre le emissioni di una certa percentuale entro il 2012, (percentuali che vanno dal 5% al 12%). Gli stati più bravi a ridurre le emissioni raggiungendo e superando l'obbiettivo, possono vendere la CO2 risparmiata oltre la percentuale stabilita ad altri meno virtuosi che non potrebbero mai raggiungere gli obbiettivi fissati. Gli Stati Uniti non hanno aderito per due motivi: perchè con l'economia che hanno, sarebbe stato molto costoso convertire le industrie al fine di ridurre le emissioni e perchè nel caso non avessero centrato l'obbiettivo avrebbero dovuto sborsare miliardi di dollari a stati più capaci come quelli europei che potrebbero raggiungere e superare l'obbiettivo.
Un' industria che vuole risparmiare CO2 può scegliere diverse strade: rendere più efficenti i macchinari facendogli consumare una minore quantità di corrente, alimentarli con fonti rinnovabili oppure decidere di rimboschire una certa area e anche questa scelta verrà, attraverso un complicato calcolo, quantificata nel bilancio complessivo di emissioni/riduzioni.
L' Italia ha aderito al protocollo, per noi l'obbiettivo era di ridurre la produzione di gas serra del 6,5% entro il 2012, da recenti stime si è ottimisti a raggingere questo obiettivo nei tempi prefissati per il momento si sta investendo molto sull'eolico che fra l'altro permette di risparmiare sulla quota di energia elettrica acquistata da Francia e Svizzera. Dalle nostre parti si è cominciato a parlare anche di termovalorizzatori. Occorre precisare però che un conto è piantare degli alberi per ricavare energia un altro è bruciare tutti i nostri scarti, spesso non solo vegetali, per risolvere il problema dei rifiuti e per guadagnarci anche qualcosa. L'idea è buona, la preoccupazione però è quella di alimentare queste strutture con sostanze industriali non organiche ad esempio le plastiche la cui combustione sarebbe nociva per l'uomo e per l'ambiente anche prendendo le migliori precauzioni.


Il Protocollo di Kyoto

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martedì 13 febbraio 2007

L'acqua

In Cina un'opera di ingegneria civile sarà anche la più potente centrale elettrica mai costruita dall'uomo e non produce neanche un grammo di sostanze inquinanti. E' la diga delle tre gole, la più grande del mondo, l'impatto ambientale su una intera regione è stato devastante, una superficie sommersa pari alla Calabria da questa imensa massa d'acqua e il conseguente stravolgimento del clima locale e distruzione di molti habitat e con essi la biodiversità che contenevano. Pur tuttavia la diga permette di soddisfare il fabisogno energetico di 20.000.000 di cinesi, risparmiando 50 tonnellate di anidride carbonica all'anno, che andrebbero ad inquinare l'atmosfera.
Il meccanismo è sempre lo stesso, qualunque forza capace di far girare le pale di una turbina in maniera continuata verrà convertita in energia elettrica. E' impossibile soddisfare interamente il fa bisogno mondiale con questo sistema perché materialmente non ci sono abbastanza fiumi che sorgono ad un livello tale da permettere la costruzione di una diga, la soluzione potrebbe arrivare dallo sfruttamento del moto ondoso o da correnti marine generate dalle maree, questa sarebbe una fonte inesauribile ma in questo campo si è fatto ancora molto poco. In realtà è complicato sfruttare qualsiasi corrente subacquea e per adesso si sta sperimentanto un sistema che sfrutta il movimento di galleggianti ancorati al fondo del mare con dei cavi che si avvolgono e svolgono sull'asse di un alternatore oppure usando delle pale opportunamente disegnate per funzionare al meglio nei fluidi, con sistemi simili agli impianti eolici ma a causa della densità maggiore dell'acqua rispetto all'aria si ottiene una velocità mediamente più bassa. Nello stretto di Messina è collocato un impianto sperimentale di questo tipo. Mentre per sfruttare le maree si usano impianti simili a quelli idroelettrici, infatti una diga trattiene l'acqua in un bacino al livello dell'alta marea e la fa uscire in mare quando c'è bassa marea; quando il bacino ha raggiunto il livello del mare, si chiudono le condotte, in prossimità dell'alta marea, vengono riaperte ed il bacino viene nuovamente riempito.
Anche se l'idroelettrico non potrà mai soddisfare per intero il fabisogno energetico mondiale, questo non vuol dire che in un futuro prossimo non possa contribuire gradualmente a rimpiazzare una buona percentuale dell'energia che otteniamo dai combustibili fossili a grave danno dell'ambiente.




Numeri e danni della grande diga


lunedì 12 febbraio 2007

Il vento

È la prima risorsa della natura sfruttata dall'uomo come forma di energia per la locomozione in acqua, le prime barche a vela sono egiziane e risalgono al 3500 a.C. vale a dire oltre 5.000 anni fa!
Ma nelle epoche successive la forza del vento fu anche la principale fonte energetica per realizzare le macine del grano o delle olive (mulini a vento) oppure per pompare acqua dai pozzi. L'energia cinetica del vento (movimento) veniva trasformata in energia meccanica, paradossalmente oggi l'energia eolica è definita un'energia alternativa ma in passato questa ha accompagnato la vita dell'uomo molto più a lungo rispetto al petrolio o al carbone.
Il certe zone venti intensi e costanti assicurerebbero una buona fornitura elettrica anche se alcuni contestano un certo impatto ambientale, da precisare solo di natura estetica.
Attualmente il fabisogno europeo energetico è soddisfatto dall'eolico per una percentuale molto bassa attorno al 6%, contro l' 80% del petrolio, il 4% del solare e il 10% del nucleare. I paesi che hanno investito di più in questa forma di energia sono la Danimarca, la Spagna e la Germania, l'Italia è al quarto posto. Il vento tende ad essere intenso e costante dove ci sono due regioni che riscaldano l'aria a velocità differenti, in una costa ad esempio a distanza di pochi metri il mare tende ad assorbire tutta la radiazione solare e a sottrarla all'aria che resta fresca mentre sulla terra avviene il contrario, il suolo infatti si riscalda molto velocemente e questo riscalda anche l'aria; si crea così una differenza di pressione che spingerà l'aria fredda verso quella più calda generando una corrente costante, l'ideale è installare delle centrali eoliche (Wind Farm) in queste zone e per ridurre l'impatto visivo qualcuno ha pensato di disporre gli aerogeneratori proprio in mare vicino la costa. In Danimarca ci sono riusciti ma i costi ovviamente sono lievitati notevolmente.
Ci sono ditte istallatrici di generatori più piccoli (microeolico) che permetterebbero anche installazioni domestiche non molto costose, utili per chi vuole risparmiare sulla bolletta della luce e non è infastidito da queste enormi eliche: nient'altro che grossi ventilatori che producono corrente anzicchè consumarla.



domenica 11 febbraio 2007

Il Sole

Oltre a far maturare i frutti sugli alberi o a metterci di buon umore coi sui raggi caldi, la nostra stella è il vero motore di tutto ciò che cresce e si muove sul nostro pianeta, le piante immagazinano la sua energia, gli animali vivono perché mangiano le piante, i venti come le correnti marine si formano perchè il sole riscalda l'aria o l'acqua in modo diverso a latitudini diverse, le precipitazioni si verificano perché il calore del sole fa evaporare l'acqua del mare e dei fiumi.
Le piante sono i più efficienti convertitori dell'energia solare trasformando il 70% dell'energia trasportata dalla radiazione solare in energia chimica per la sintesi di composti organici, un altro 20% viene consumato nella traspirazione (il processo che fa perdere liquidi attraverso le foglie) e il restante 10% è dissipato in radiazione riflessa.
Noi abbiamo inventato 2 sistemi per sfuttare il sole; uno produce energia elettrica (fotovoltaico) l'altro produce energia termica (termosolare) nient'altro che acqua calda per uso domestico. I pannelli fotovoltaici sono costosissimi poco efficienti e hanno bisogno di una grande manutenzione; nonostante ciò si è fatto un piccolo calcolo secondo cui basta ricoprire lo 0,1% delle terre emerse con i migliori pannelli fotovoltaici attualmente in commercio per soddisfare il fabisogno elettrico mondiale, ovviamente è una superficie immensa e la cosa avrebbe un costo esorbitante; ma se l'efficienza di questi pannelli salirebbe (attualmente siamo appena al 20%) e si ridurrebbero i costi di gestione questa soluzione sarebbe meno assurda di quanto lo è adesso. Nel 2005 è stato prodotto un nuovo pannello solare con un'efficienza del 40% un traguardo impensabile fino a un paio d'anni fa, forse fra cento anni le case avranno un tetto fatto di pannelli solari efficientissimi che forniranno acqua calda e corrente elettrica alla famiglia che vi abita, questa non sarà costretta a pagare la bolletta a nessun fornitore dato che il loro fornitore sarà la nostra generosa stella ma soprattutto non si immetterà in atmosfera neanche un grammo di CO2 né alcun' altra sostanza inquinante.





sabato 10 febbraio 2007

Le fonti rinnovabili

Quando si inventò la macchina a vapore occorreva portarsi dietro qualcosa (combustbile) che occupava poco volume e che era capace di produrre una grande quantità di calore; il carbone ha queste proprietà. In quella macchina si trasforma l'energia chimica della reazione fra il carbonio e l'ossigeno dell'aria in energia termica. Quindi l'energia termica in energia meccanica, dato che il calore prodotto fa bollire dell'acqua che produce vapore che fa muovere gli ingranaggi di una locomotiva o di un battello.
Sono delle macchine poco efficienti dato che buona parte dell'energia si perde per strada (dissipata in altre forme indesiderate) prima di diventare energia meccanica; ma la cosa assurda è che tutto funziona ancora come allora.
Abito a pochi chilometri da una grossa centrale termoelettrica, fornisce corrente a mezza Italia meridionale, e lì dentro non c'è niente di più sofisticato di una caldaia a petrolio che riscalda dell'acqua, il cui vapore fa muovere una turbina che grazie a grossi magneti e alternatori produce corrente elettrica c'è perfino un passaggio in più: energia chimica -> termica -> meccanica e infine elettrica. La luce la fa però fa anche il più alto tasso di tumori al polmone rispetto al resto d'Italia, pazienza!
La soluzione definitiva all'inquinamento e al riscaldamento globale è tanto banale quanto logica, ma si sa, gli uomini difficilmente prendono le decisioni più logiche quando ci sono di mezzo enormi interessi economici. Se smettessimo di usare l'aria che facciamo entrare nei nostri polmoni, come discarica abusiva per tutte le porcherie prodotte dalle nostre industrie e mezzi di trasporto il clima si stabilizzerebbe. Del resto la fonte energetica che stiamo usando non è eterna, prima o poi i giacimenti petroliferi si esauriranno e a quel punto possono succede due cose: o ritornemo tutti a un età preindustriale o impareremo ad usare altre fonti energetiche alternative al petrolio. Per fortuna da qualche anno si è cominciata a fare della seria ricerca su come poter ricavare energia elettrica con altri mezzi e sfruttando altre risorse più abbondanti o meglio ancora infinite. L'energia che potremmo ricavare dal sole o dal vento o dal moto delle maree è inesauribile perché nessuna di queste cose verosimilmente smetterà mai di funzionare e soddisfare il nostro fabisogno energetico da queste fonti vorrà dire risolvere devinitivamente i nostri problemi energetici ecologici e magari anche economici.

giovedì 8 febbraio 2007

Indizio n.4 - Ecologia

Ipotesi "Gaia"

- I viventi sono cambiati dall'ambiente in cui si trovano.
- L'ambiente assume l'aspetto più adatto a contenere i viventi che vi abitano.
La prima affermazione è molto semplice: l'orso polare ha una pelliccia perché vive in posti freddi, questa pelliccia è bianca perché deve mimetizzarsi fra le nevi. La giraffa ha il collo lungo perché vive in un posto dove gli alberi hanno le fronde molto alte altrimenti morirebbe di fame.
Di contro non è facile arrivare alla seconda affermazione ovvero che anche l'ambiente si adatta agli animali che hanno deciso di colonizzarlo cosa che ha indotto qualcuno a pensare al pianeta come ad un immenso efficiente organismo fatto di cellule, tessuti, organi e ogni parte interagisce con le altre per il bene dell'intero organismo. È l'ipotesi "Gaia" formulata dall'ambientalista James Lovelock e dalla microbiologa Lynn Margulis nei primi anni '70 dalla quale si è innescato un acceso dibattito scientifico e filosofico che continua ancora oggi. Come tutte le teorie rivoluzionarie anche questa all'inizio venne rifiutata e bollata come "eretica" dalla comunità scientifica ma col passare degli anni apprezzata e adesso perfino osannata.
Il ciclo del carbonio è un ottimo esempio di come i viventi trasformano radicalmente il pianeta (in quel caso il suo clima). Ma ci sono tante altre relazioni anche più visibili, pensa a un'isola corallina. Il corallo cresce dai fondali, arriva a una profondità tale che le correnti marine depositano su questo una gran quantità di detriti, questi alzano ancora il fondo fino ad affiorare sul livello del mare, a quel punto il vento porta i semi di qualche specie capace di attecchire in quell'habitat. Le piante con le loro radici trattengono sempre meglio i detriti, la terraferma adesso occupa una superficie più ampia e quello che era un piccolo scoglio adesso è un isolotto che d'ora in poi può essere colonizzato da centinaia di specie animali e vegetali diverse. Da un minuscolo animaletto pluricellulare è sorta un'isola! Pensa a come le specie vegetali modificano un paesaggio: una vallata, una costa, una pianura o interi continenti. Sono semplici esempi che dimostano come i viventi intervengono pesantemente sulla componente abiotica del nostro pianeta, ma ce ne sono anche di più raffinati e incredibili. (*)
È una rete di intricate relazioni, i protagonisti sono tra i più vari e disparati; dai batteri alle piante, dal sole ai venti, dalle correnti marine alle rocce, dalle nuvole ai gas di decomposizione, dalle nevi dei poli ai deserti e sempre più spesso si scoprono nuovi affascinanti legami. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere e renderci più rispettosi degli altri "organi vitali" di questo immerso organismo di cui anche noi facciamo parte. Ma nonostante i nostri comportamenti irresponsabili ispiegabilmente tutto concorre a mantenere in equilibrio le condizioni chimiche fisiche e climatiche; come l'asta di un equilibrista che oscilla da una parte all'altra per compensare le imperfezioni del suo incedere su di una corda sospesa nel baratro.


"Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie"

1 Corinzi 12, 17-23





(*) Una recente scoperta collega i DMS al clima globale. DMS è l'abbreviazione di una classe di molecole chiamate dimetilsolfati le troviamo in forma gassosa nell'atmosfera ed hanno la capacità di ridurre l'effetto serra. Vengono prodotte nella decomposizione compiuta da microrganismi oceanici, i DMS si sciolgono nell'acqua degli oceani ed essendo molto volatili evaporano salendo nell'atmosfera e contrastando l'effetto serra. Se la temperatura è molto alta i DMS vanno più facilmente in atmosfera contribuendo a ripristinare una temperatura media più bassa. È un meccanismo chiamato feedback negativo; ma se negli ultimi anni la temperatura è salita ancora vuol dire che questo non è più sufficiente a compensare l'effetto serra provocato dal nostro inquinamento.


La vendetta di Gaia
Il dibattito filosofico

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mercoledì 7 febbraio 2007

Il ciclo del carbonio e il riscaldamento globale

Un giorno si e uno no i tg parlano dell'ennesimo studio sui cambiamenti climatici spesso con toni catastrofistici, per capire quanto allarmati potrebbero realmente essere questi studi bisognerebbe fare un piccolo passo indietro. 300 milioni di anni fa durante un periodo chiamato carbonifero le prime forme vegetali si erano ben adattate a vivere in condizioni ambientali caratterizzate da temperature molto alte (fino a 60° medi in tutte le stagioni) ed un' elevata concentrazione di CO2 un gas serra, vale a dire capace di rendere l'atmosfera una specie di serra agricola che si riscalda fortemente ai raggi del sole.
Quelle piante preistoriche come anche quelle attuali non vogliono altro, CO2 per ricavare il carbonio usato nella sintesi delle molecole organiche, luce come fonte di energia; il loro scarto, l'ossigeno in forma molecolare O2, tanto prezioso invece alle forme di vita animali.
Nei milioni di anni le piante non hanno fatto altro che questo; sequestrare CO2 dall'atmosfera, espellere O2, e immagazinare il carbonio nei composti organici (carboidrati e proteine). Qualunque lavoro compiuto per milioni di anni produce un cambiamento ambientale significativo; tonnellate e tonnellate di CO2 dall'aria è passata al sottosuolo e diminuendo la CO2 atmosferica è diminuito pure l'effetto serra di quell'ambiente preistorico, producendo pian piano il clima mite che conosciamo adesso e un'atmosfera ricca di ossigeno adatta agli organismi animali.
Duecento anni fa, durante la prima rivoluzione industriale, agli uomini è venuta la "geniale" idea di usare i fossili e bruciarli come fonte di energia. Carbone, petrolio e metano non sono altro che gli scheletri di quelle piante che hanno ripulito per milioni di anni quell'atmosfera preistorica dalla CO2. Bruciarli per produrre corrente elettrica per far muovere un'auto o per riscaldare un'abitazione vuol dire rimette in atmosfera (attraverso la combustione) tutta la CO2 che quelle piante avevano, nei milioni di anni sotterrato donandoci un clima temperato e un'aria ricca di O2. Che succederà se andremo fino in fondo in questa scelta di incommensurabile stupidità? E' difficile dirlo, gli effetti si cominciano già a sentire e sono passati appena 200 da quanto abbiamo iniziato, la previsione è che l'effetto serra porterà il clima a quelle condizioni preistoriche ma non è così scontato come sembra, il pianeta ha un'infinità di meccanismi di auto-regolazione e può ritrovare un suo equilibrio dopo che una condizione interna o esterna ha cercato di sbilanciarlo. Un affascinante modello ecologico descrive la terra come un unico gigantesco essere vivente che per reagire ad un'infezione aumenta la sua temperatura (viene la febbre) così da rendere la vita difficile ai batteri che lo hanno aggredito. E se i suoi batteri siamo noi esseri umani?



sabato 3 febbraio 2007

Pericolo scampato

9 Dicembre 2005

Mi circonda un nido d'ovatta
morbido e caldo
tiene fuori nemici d'adesso
rumori violenti
attesa dei momenti che saranno
ricordo di quelli che son stati.
E spospeso in questo "Ora"
mi tocca avvertire
che solo un venticello fresco entra,
accarezza le gote arrossate,
prosegue leggero alle orecchie
bisbiglia qualcosa...
...ti voglio bene.