venerdì 16 febbraio 2007

La fissione della materia

Quando fu scoperta la radioattività si capì che gli elementi radioattivi per definizione irradiavano l'ambiente circostante di una qualche forma di energia allora sconosciuta.
Adesso sappiamo che quella energia che chiamiamo radiazione non sono altro che i mattoni di cui sono fatti i nuclei degli atomi radioattivi che vengono sparati nello spazio circostante al fine di autostabilizzarsi dato che, così come sono, uranio, plutonio e cesio sono sostanze instabili che tendono appunto a decadere ovvero a perdere "pezzi" diventando elementi più stabili e perdendo col tempo questa proprietà. Se raggiunge una certa massa critica un elemento radioattivo innesca una reazione a catena causata dalla radiazione stessa, poichè l'emissione di protoni e neutroni da un nucleo può colpire quello adiacente che fa altrettanto coi suoi protoni e neutroni che colpiranno i nuclei adiacenti e così via, se pensiamo che a ogni impatto si produce una certa quantità di energia, capiamo bene che una reazione del genere non controllata produce una quantità immensa di energia anche con piccolissime quantità di materiale radioattivo, ed è quello che succede in una esplosione nucleare.
In una centrale invece la reazione è controllata da delle barre di graffite che smorzano le disintegrazioni atomiche cosa che produce calore in maniera regolata il calore porta in ebollizione l'acqua che produce vapore che fa girare una turbina che produce corrente elettrica. Da una centrale nucleare esce soltanto un po' di vapore acqueo nessun gas inquinante e niente di nocivo per l'uomo e l'ambiente. Gli inconvenienti sono tre, la paura di una esplosione che sarebbe catastrofica ma anche senza un' esplosione perdere il controllo di una reazione così violenta può accendere il nucleo radioattivo che resterebbe acceso a produrre calore e radiazione letali anche per centinaia di anni, è quello che purtroppo è successo a Chernobyl dove attualmente a distanza di 20 anni dall'incidente il nocciolo di quella centrale è ancora attivo e produce ancora calore e radiazioni all'interno di un sarcofago di cemento armato costruito per minimizzare i danni alla popolazione. Secondo problema sono le scorie dato che queste contengono ancora una certa quantità di radioattività potenzialmente nociva per l'uomo occorre immagazzinarle in siti sicuri. Il terzo inconveniente è che i giacimenti di uranio e plutonio non sono infiniti quindi anche questa risorsa è da considerarsi esauribile. Io credo che lo spauracchio di un olocausto radioattivo e il problema delle scorie sia stato sopravvalutato; le moderne centrali hanno sistemi di sicurezza multipli e molto efficienti ed è impossibile che si verifichino altri incidenti gravi, inoltre le scorie prodotte da queste centrali di ultima generazione contengono pochissima radiazione residua e i siti di stoccaggio possono essere facilmente ricavati in grotte sotterranee senza particolari problemi.
Probabilmente se 30 anni fa si fosse presa la strada del nucleare adesso l'aria sarebbe meno inquinata e il numero di morti per tumore al polmone anche inferiore.



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