mercoledì 24 gennaio 2007

Indizio n. 3 (Sociologia - Psicologia)

Nelle relazioni umane c'è ancora tantissimo da scoprire e nel modo in cui due persone influenzano le loro esistenze intervengono delle dinamiche difficili da capire, soprattutto quando si tratta di stima e fiducia reciproca. Un ricercatore americano diversi anni fa ha messo in luce con un esperimento che ancora adesso non ha spiegazioni scientifiche soddisfacenti, cosa succede quando un insegnate ripone delle alte aspettative di apprendimento solo su alcuni dei suoi studenti ma non su altri.
Robert Rosenthal dell'Università di Harvard prese in considerazione una scuola (Oak School) con 650 studenti e 18 professoresse. All'inizio dell'anno scolastico fu detto al corpo insegnante una cosa falsa: che un nuovo test sull'intelligenza, assegnato a tutti gli studenti, avrebbe potuto non solo determinare i loro quozienti d'intelligenza ma anche individuare quel 20% degli studenti che in quell'anno scolastico avrebbero compiuto un progresso intellettuale più rapido e consistente.
Dopo lo svolgimento dei test, alle insegnanti furono dati i nomi degli studenti che, stando alle previsioni basate sui test, avrebbero avuto un profitto migliore. Ma in realtà esse furono ingannate, perché i nomi furono presi a casaccio dall'elenco degli allievi. Quindi la differenza fra questo gruppo di studenti e il resto del corpo studentesco esisteva soltanto nelle menti delle insegnanti. Alla fine dell'anno scolastico lo stesso test sull'intelligenza fu assegnato alle varie classi. I risultati? Il gruppo «dotato» dimostrò reali incrementi al di sopra della media nel loro quoziente intellettuale. Per giunta, le valutazioni soggettive delle insegnanti indicarono che questi studenti erano più spigliati, cordiali e intellettualmente curiosi degli altri.
L'unica spiegazione logica porta alla conclusione che le insegnanti pur trattando in egual misura tutti gli alunni e dispensando a tutti i medesimi insegnamenti la sola intima aspettativa nei confronti di quegli alunni falsamente più intelligenti ha prodotto negli stessi un reale miglioramento psichico nei confronti di altri in cui non riponevano le stesse aspettative. Fino a che punto vale questo condizionamento indotto nessuno puo dirlo, mi viene in mente l'effetto placebo, che in alcuni casi più essere molto più efficace del farmaco reale o in tutte quelle situazioni della vita in cui siamo stati giudicati inadatti ad un certo ruolo e poi puntualmeente non siamo stati capaci di smentire chi cercava di discriminarci.
Se veramente noi siamo i fautori dei carismi e dei difetti degli altri è un fatto che a mio avviso ha dell'incredibile e ci responsabilizza nei confronti di chi ci sta accanto perchè, se è vero che io con la stima e la fiducia che ripongo nell'altro produco in lui un cambiamento positivo tanto importante, allora potrebbe essere vero anche il contrario; il disprezzo e la mancanza di fiducia o l'attribuire un certo difetto ad una persona, potrebbe indurla a credere di avere realmente quel difetto e quindi a rassegnarsi e comportarsi in modo da non disattendere anche le nostre aspettative più negative.


"Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda"
Rm 12,10

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Marco,queste ultime "pubblicazioni" sono state x me molto costruttive.soprattutto mi ha colpito quest'ultima xchè mi ha fatto notare un qualcosa che già pensavo di conoscere ma che in realtà non mi era così chiaro o comunque non ne avevo preso bene coscienza.
per questo penso che avere un direttore spirituale sia importante:lui "carica" su di te tutte le più sante aspettative,che ti stimolano a diventare santo e chissà che santi non lo si diventi veramente!
certo c'è il rischio di sembrare santi ma non esserlo, il rischio di avere qualcuno che ti detti il libretto d'istruzione x diventare santo ma poi in realtà non sai chi è Dio e chi sei tu.
Questa è la mia paura: essere o peggio sembrare qualcuno a causa di un "lavaggio di cervello" e non perchè credo veramente in quello che faccio.

marco ha detto...

Non avevo pensato ai risvolti sul piano spirituale, mi riferivo più all'ambito delle amicizie, comunque è giusto quello che dici, avere un padre spirituale che ti motiva credendo nelle tue capacità sarebbe molto utile!
Tutti, anche se in misura diversa abbiamo subito un condizionamento, ma questo non sminuisce la nostra autonomia nelle scelte quotidiane, ci sono persone i cui genitori hanno fatto di tutto affinchè prendessero una certa vita ma poi hanno fatto di testa loro andando da tutt'altra parte. Se tu decidi di percorrere un cammino sei tu che stai perseverando e nessuno ti vieta di fermarti! Pensare a come saremmo stati se fossimo nati in altri tempi culture o famiglie non servirebbe poi a tanto chi può dire quali strade avremmo preso?