lunedì 15 gennaio 2007

MPA

La principale forma di preghiera praticata dalle varie scuole induiste-buddiste è la meditazione. Quando i sacerdoti cattolici si trovarono ad approfondire tale pratica non poterono non trovare delle somiglianze con l'orazione cristiana, una forma di preghiera praticata fin dalle prime comunità cristiane ma poi riscoperta a più riprese dagli ordini religiosi più avvezzi alla pratica conteplativa, primi fra tutti i benedettini, ma anche carmelitani e molti altri.
Oltre a diversi esempi in cui la meditazione viene insegnata ai fedeli cristiani seguendo fedelmente gli insegnamenti della scuola buddista Zen molto presente nel Giappone (è il caso dei Saveriani di Vicenza coi loro ritiri mensili), ci sono altri esempi in cui si è preferito rendere più duttili e vicine ai nostri canoni di preghiera collettiva o solitaria, tali pratiche. Un esempio è la meditazione descritta dal gesuita spagnolo Mariano Ballester.
Da decenni Ballester tiene corsi di "Meditazione Profonda e Autoconoscenza" (MPA) insegnando i principi e il significato che tale pratica assume per i cristiani. Chi non ha ancora avuto la fortuna di partecipare a questi ritiri può farsi un'idea di cos'è la MPA grazie ai libri di Ballester che la descrivono molto bene in tutte le sue fasi e volendo, iniziare a cimentarsi da autodidatta come faccio io da un paio di anni. Nei giorni seguenti vorrei provare a descriverti la MPA come meglio posso (purtroppo coi limiti di uno che l'ha imparata leggendo qualche libro) per due motivi: perchè spero che fra voi che visitate questo blog ci sia qualcuno curioso di iniziare tale pratica (ma in tal caso consiglio caldamente di non fermarsi alla mia descrizione ma di acquistare i libri di Ballester) e secondo perchè spero ancor più di trovare qualche praticante più esperto di me che può darmi qualche buon consiglio o semplicemente condividere le proprie impressioni.

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