domenica 6 maggio 2007

Chi merita e chi non merita

Mi rendo conto di quanto sono piccolo e limitato tutte le volte che sento il mio pensiero escludere qualcosa.
Senza rendermene conto sto incessantemente allungando una specie di lista di "buoni e cattivi" fra tutte le cose che mi passano davanti. Quando leggo ci sono parole che meritano la mia attenzione e altre che non la meritano, quando studio concetti che meritano d'essere memorizzati e altri no, canzoni, film, libri.. decido arbitrariamente cosa fa per me e cosa no, cosa mi interessa e cosa no; ma come potrei essere oggettivo se prima non ho fatto esperienza "di prima mano"? E' come quando un bambino decide che una certa pietanza non gli piace e sua mamma gli chiede di assaggiarla prima di rifiutarsi.
Poi ci sono le odiose disparità che faccio con la gente, alcuni meritano la mia pazienza altri no, alcuni il mio affetto altri no, l'impossibilità di voler bene a tutti di un affetto incondizionato è il limite che dovrebbe farmi stare coi piedi per terra perchè il contrario è solo un'utopia un miraggio che mi sembra a portarla di mano ma che forse non raggiungerò mai.
Non posso pretendere di avere una pazienza infinita o un affetto così grande da estendersi a tutti quelli che incontro o una curiosità tale da voler imparare tutti i libri che mi capitano sotto lo sguardo o di voler risolvere da solo tutti i problemi del mondo, per il semplice fatto che sono "finito" ho una intelligenza finita una capacità d'amare finita e una forza fisica finita e vivo una vita che ha una durata finita e devo imparare ad accettarlo se non voglio passare il resto dei miei giorni affetto da tutte le nevrosi che ne conseguirebbero.
Sapere che non si è niente di eccezionale che non siamo capaci di miracoli è un buon punto di partenza che può invogliarci a darsi maggiormente da fare oppure a farci cadere nello sconforto.
Mi resta il desiderio di chiedere scusa a tutte le persone verso cui non sono stato paziente, a quelle che avevano bisogno di essere ascoltate, a tutte quelle che ho trattato con sufficienza pensando che non avevano niente da insegnarmi, agli scrittori che non ho mai letto che m'avrebbero dato un punto di vista diverso da quello a cui sono abituato e a tutte le cose di cui mi sono privato per la pigrizia e la bassezza di chi pensa a coltivare sempre il proprio orticello fatto di cose piccole piccole e chiude gli occhi alla bellezza del diverso.
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