domenica 27 maggio 2007

Ad occhi chiusi

Ci sono cose che si sanno anche senza sentire la necessità di farne esperienza, nel nostro intimo sappiamo già come si evolveranno determinati eventi anche se non abbiamo nessun elemento che ci possa aiutare a provarlo agli altri. Tutte le espressioni che hanno a che fare con la vista e con la fiducia indicano questo o anche il suo contrario, come credere solo dopo aver visto.
In uno dei miei film preferiti "Contact" verso la fine c'è una scena di pochi secondi che a mio avviso racchiude il senso di tutto il film. Jodie foster è una appassionata e tenace ricercatrice del Seti che fa di tutto per ottenere i finanziamenti per portare avanti i suoi studi delle onde radio provenienti dallo spazio; in questa sua ricerca è fin da subito palpabile la sua fiducia "cieca" nei risultati che sa di poter ottenere e pur non potendolo dimostrare agli altri come vorrebbe la sua determinazione la induce ad esigere i finanziamenti che le servono.
Il messaggio alieno viene ricevuto, sembra una trasmissione televisiva terreste ma in esso sono codificate le istruzioni per la costruzione di una stranissima macchina che non si sa bene a cosa serve e in che modo funziona.
Davanti a tanta tecnologia nessuno mette in dubbio il progetto che viene messo in atto, come sempre quando ci si trova di fronte all'evidenza è difficile dubitare, pur tuttavia in fase di costruzione rimangono delle riserve che inducono i costruttori a fare delle piccole modifiche come l'aggiunta di un seggiolino con cinture per il navigatore che sarebbe entrato all'interno di quella strana capsula.
Dopo tutta una serie di difficoltà arriva il giorno del lancio, la protagonista entra all'interno della capsula, la macchina si mette in moto e proietta questa in un'altra dimensione all'interno di un una sorta di tunnel. Intanto le vibrazioni che avverte si fanno sempre più forti e il seggiolino attaccato alla capsula la scuote con una forza sempre maggiore fin tanto che questa decide di slegarsi. Ed è in quell' istante che il seggiolino si stacca e va a sbattere con violenza sulla parete interna della capsula, rischiando di ucciderla. Proprio quella piccola modifica dettata dal buon senso dei progettisti è stata l'unica nota stonata che stava per mandare a monte tutto il progetto.
Non è facile avere una fiducia cieca in qualcosa che non riusciamo ancora a vedere e toccare con mano, a maggior ragione quando chi ci dice di avere fiducia ci indica una via apparentemente impraticabile (*). Ma quando si è capaci di abbandonarsi ciecamente ad una persona ad un' idea o anche a una propria certezza interiore ecco che tutto inizia a prendere una via ben precisa, fino a quel momento difficile anche soltanto da pensare.


(*)
Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?"

Mt 14, 27-31

2 commenti:

daniela ha detto...

E' proprio così. Il dubbio ci uccide, e ci allontana dalla Luce. E' l'insidia del serpente, che lo istillò ad Eva, è la paura che si materializza, e ciò che mina la fiducia e la Fede e ci allontana dalla nostra parte divina.
Tuttavia il dubbio è anche motore di conoscenza, è anche necessario alla nostra mente che ragiona dualisticamente.
La dualità è un'illusione, ma la nostra razionalità ne ha bisogno. E allora prendiamo il dubbio per quel che è, accettiamolo e poi superiamolo. Se la nostra missione è di tornare all'Unità originaria, il dubbio è solo un demone da ridimensionare.

marco ha detto...

Hai ragione Daniela a dire che in altri contesti il dubbio è essenziale per allargare le nostre conoscenze, per questo i ricercatori migliori sono capaci di mettere sempre in dubbio perfino le loro stesse scoperte. Ma se ci penso bene forse sono due facce della stessa medaglia. La fede non è forse la capacità di mettere in dubbio "il certo" ovvero quello che si può toccare, a favore dell'incerto che è il trascendente di cui non possiamo fare esperienza diretta.