lunedì 18 giugno 2007

La cellula egoista

Le linee cellulari tumorali di laboratorio vengono definite immortalizzate, può sembrare un appellativo fuori luogo ma in effetti fin tanto gli si danno i nutrienti necessari al normale metabolismo queste sopravvivono senza bisogno di particolari fattori di crescita di cui necessitano quelle fisiologiche e diventano quindi delle cellule "immortali" a tutti gli effetti. Una cellula sana che fa parte di un organismo sano ha una durata della vita ben precisa questo vuol dire che andrà incontro a morte fino a nuovi ordini che gli vengono impartiti da una qualche necessità che la inducono ad ulteriori divisioni cellulari, una cellula tumorale invece andrà sempre incontro a divisioni cellulari sempre più frequenti e repentine e questa ignorerà tutti gli ordini di stop, perchè la duplicazione è diventato il suo unico scopo.
Il primo freno che spesso salta è il meccanismo della inibizione da contatto; nella maggior parte delle specie cellulari succede che, nel momento in cui si trovano in uno spazio molto ristretto, il contatto stesso fra le pareti cellulari di due cellule adiacenti inibisce un ulteriore aumento del numero, nelle cellule tumorali questo meccanismo non funziona più e una massa tumorale sotto la spinta della crescita repentina sottrae così spazio alle cellule sane e ai tessuti adiacenti. Ma per crescere servono i nutrienti e l'ossigeno per questo nelle fasi successive la priorità è quella di irrorare di sangue le cellule più interne della neoplasia che quando raggiunge notevoli dimensioni ha la necessità di un maggior flusso ematico; per questo una parziale necrosi delle cellule interne rilascia un fattore di crescita che stimola l'angiogenesi ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni, dirottando così una ulteriore quantità di nutrienti dalle cellule sane alle tumorali.
Tutto è finalizzato ad accaparrarsi quante più risorse possibili e sottrarle alle cellule sane che eccetto rari casi non possono in alcun modo riconoscere le cellule tumorali attaccarle e combatterle perchè riconosciute come se stesse (auto-self). La distinzione dei tumori in benigni e maligni viene fatta solo in funzione della loro evoluzione e capacità di creare metastasi, se le cellule della neoplasia principale sono capaci di staccarsi e andare a colonizzare un altro distretto e un altro tessuto, durante la diagnosi bisogna prendere in considerazione che forse questo è già successo ma che fin ora non lo si può osservare, tutto ciò rende l'asportazione chirurgica una soluzione sicuramente non definitiva ed efficace al 100%.
Per questo si ricorre ai chemioterapici che non sono altro che dei potenti veleni con attività
citotossiche talmente forti da fare piazza pulita di tutte le cellule che ne hanno assorbito una dose sufficientemente elevata, l'unica specificità che hanno sulle tumorali fa leva sull'unica caratteristica che li contraddistingue dalle cellule sane ovvero l'avidità di nutrienti e l'aumentata capacità di divisione cellulare.
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2 commenti:

daniela ha detto...

Ma stai facendo degli studi sulle cellule? E' molto interessante quello che scrivi.. lo sapevo, ma sentirselo ripetere fa sempre bene! :-)

marco ha detto...

L'anno scorso ho avuto la fortuna di finire i miei studi in Biologia una materia che fin da piccolo mi ha sempre affascinato, fra l'altro ho sempre pensato che sul funzionamento di una cellula si potrebbero trarre una infinità di spunti di riflessione anche sulla vita di tutti i giorni. Mi fa piacere che lo trovi interessante temo che per il 90% dei miei visitatori più assidui (sempre che ne abbia) questi argomenti siano di una noia mortale! Più in la vorrei scrivere sui batteri che quando non fanno ammalare la gente sono veramente simpatici ;)