martedì 26 giugno 2007

Avvicinamento

L'atterraggio è un traguardo, l'obbiettivo di uno spostamento, trovarsi in un punto della terra diverso da quello in cui la si era lasciata, è una manovra complicata e pericolosa, la più pericolosa di tutto il volo.
Spesso già a diverse centinaia di chilometri inizia la discesa, i motori che prima erano a regime di crociera vengono portati ad erogare una potenza lievemente inferiore i passeggeri più attenti possono avvertire un leggero cambio della tonalità e un leggero senso di vuoto appena percepibile dovuto al un cambiamento di inclinazione. Quando l'areo perde quota converte l'energia potenziale immagazzinata durante la salita in energia cinetica che comporta un' accelerazione del mezzo che viene per l'appunto compensata da una ridotta spinta dei motori. La discesa è dolce ma l'aereo deve continuare a mantenere la sua velocità in caso contrario i tempi di volo si allungherebbero eccessivamente visto che già gran parte del tempo viene sprecato durante la salita.
L'aria si fa sempre più compatta e densa il sistema di pressurizzazione comincia a compensare cercando di mantenere una pressione interna quanto più possibilmente costante. All'esterno la pressione dell'aria causa una superiore resistenza all'avanzamento e sotto i 4000 metri l'aereo è costretto a perdere anche buona parte della sua velocità per questo entrano il gioco i diruttori o aerofreni, pannelli che si sollevano dalla superficie alare grazie a dei potenti pistoni idraulici, hanno la capacità di ridurre drasticamente la portanza (la forza che tiene l'aereo in volo) in questo modo il velivolo comincia a scivolare giù di pancia in questa situazione il pilota cerca di tenere il muso su e pur riuscendoci in realtà il velivolo e più in una caduta controllata che in volo. Sono molto utili se ci si accorge che la discesa è stata troppo dolce e ci si ritrova ancora molto alti in prossimità della pista, ovviamente l'ideale sarebbe azzeccare il giusto rateo di discesa e non usarli affatto dato che la sensazione del precipitare anche se dura qualche decina di secondi non è molto gradita dai passeggeri.
Ovviamente sono capaci anche di ridurre la velocità cosa molto utile visto che in fase di discesa può succedere che, pur con i motori al minimo l'aero continui ad accelerare a causa di un elevato rateo di discesa, se si ha del tempo da perdere si può scegliere di scendere disegnando una spirale che si avvita verso il basso è un buon sistema per rende la discesa dolce e non allontanarsi troppo dalla pista oppure più frettolosamente si aprono per una manciata di secondi gli aerofreni, la sensazione è proprio quella di una frenata brusca il mezzo riesce a rallentare anche di 500 km/h in meno di un minuto. A qualche decina di chilometri dall'aeroporto iniziano le manovre più impegnative quelle dell'allineamento alla pista.


A quote e velocità elevate l'aria produce una resistenza così forte che il sistema automatico che controlla i comandi impartiti dal pilota sulle superfici alari riduce l'apertura degli aerofreni per evitare che si danneggino
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