martedì 10 aprile 2007

Potatura

Quando studi la fisiologia vegetale la prima cosa che impari è che le piante scelgono di sviluppare maggiormente la chioma piuttosto che le radici in funzione della quantità di luce ambientale e della quantità di nutrienti del sottosuolo. Se si trovano in un ambiente con poca luce ma in un suolo molto nutriente preferiscono sviluppare l'apparato radicale piuttosto che perdere tempo ed energie a produrre una chioma molto sviluppata, viceversa trovarsi in un punto particolarmente esposto alla luce induce la pianta a sviluppare le foglie e poco le radici, occorre precisare però che nessuna pianta può vivere solo di luce solare e nessuna solo coi nutrienti del suolo tutte infatti hanno necessariamente sia foglie che radici.
Potare una pianta vuol dire mortificare l'apparato fogliare per indurre lo sviluppo delle radici, si fa prima della cattiva stagione quando avere più foglie può significare rischiare una gelata, già la natura comunque provvede da sola e fa perdere in grosso delle foglie proprio prima dell'inverno.
I paragoni col nostro modo di apparire ed di essere si sprecano, basta notare come in un ambiente in cui si predilige l'apparenza la gente tende a curare e a mettere in risalto l'aspetto fisico fino a conformarsi fisicamente anche con grandi sacrifici a un ideale comune di bellezza. Mentre quando ci si trova in un ambito in cui vengono apprezzati le qualità interiori si cerca di metterle in evidenza, ma è un'illusione perché le radici stanno sempre sottoterra ed è impossibile metterle in mostra; tutto quello che si può fare è far finta di avere delle qualità nascoste per ricevere elogi ma è sempre un mettere in mostra la chioma. Potare vuol dire mortificare l'esteriorità a vantaggio dell'interiorità. Possiamo decidere noi di potare la nostra immagine, il nostro sentirci forti e importanti oppure può essere la vita con le sue difficoltà a "potare" il nostro Io. Tutte le vicissitudini che ci mettono di fronte al nostro essere creature indifese alle intemperie, che hanno più bisogno di essere piuttosto che di apparire, di radici piuttosto che di foglie; anche se ci fanno male, alla fine ci fanno crescere. Se decidiamo di nutrirci di cose sostanziose svilupperemo gli strumenti per assimilare queste sostanze mentre se decidiamo di fare attenzione soltanto alle futilità e a tutto ciò che può renderci attraenti agli occhi degli altri saremo come dei bellissimi alberi con una chioma folta ma con radici piccolissime che la prima tempesta sradicherà senza che resti nulla del nostro passaggio.

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