martedì 17 aprile 2007

Giulio Albanese

E' il direttore della agenzia giornalistica Misna, dedita all'informazione su guerre e disagi di tutta l' Africa sub-sahariana. Padre Albanese è anche un comboniano che ha deciso di offrire la sua vita per una nobile causa: dare una voce a queste popolazioni dimenticate.
Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di assistere alla sua appassionata testimonianza in cui ha cercato di far riflettere qualche centinaio di miei coetanei sulle ingiustizie del mondo odierno. Snocciolando una serie di agghiaccianti cifre sulla disparità fra l'occidente e come dice lui "le Afriche" ovvero un insieme di realtà socio-politiche disseminate in un continente grande due volte l'Europa il giornalista Giulio Albanese mette in evidenza l'ignoranza forse voluta dell'opinione pubblica occidentale sulle realtà africane. In Italia il quotidiano più venduto è la "Gazzetta dello Sport" e il settimanale "Tv Sorrisi e Canzoni" testate giornalistiche lontanissime dal pubblicare la notizia che in Uganda una guerriglia che dura dal '98 ha fatto 4.000.000 di vittime nella totale indifferenza della politica internazionale, del resto è una notizia sgradita anche ai canali di informazione più autorevoli come i Tg delle reti nazionali.
E ancora sullo spreco delle risorse nel nostro paese dove ogni anno vanno nel cassonetto 18 miliardi di euro in cibo, pari a più della metà della tanto criticata manovra finanziaria del 2007, o la spesa esorbitante pari a milioni di euro a mese spesi dagli adolescenti da 0 a 20 anni in ricariche telefoniche. Di fronte a simili disparità l'occidente non è un complice distratto ma un assassino pienamente responsabile che condanna a morte per fame il terzo mondo; attualmente si produce cibo per sfamare 12 miliardi di persone e la popolazione mondiale ammonta ad appena 6 miliardi, basta questo per scoprire che la questione demografica è un finto problema, solo una bugia raccontata per scaricare la piaga della fame all'Africa stessa. Perché anch'io sono il responsabile di queste ingiustizie?
Tanto per cominciare perché le ignoravo, non facevo nulla per documentarmi e così facendo mi creavo l'alibi della disinformazione, perchè se è vero che i media non dedicano molto spazio a questi temi è anche vero che esiste una informazione specializzata che affronta questi temi, mensili dedicati, siti internet come quotidiani online o agenzie giornalistiche che divulgano puntualmente storie di scontri carestie ed epidemie di malattie che a noi occidentali potrebbero far ridere. Sono responsabile tutte le volte che mi sono lasciato andare al consumismo, sperperando risorse economiche ed energetiche non solo per acquistare prodotti sporchi di sangue, realizzati depredando le ricchezze minerarie di molti stati africani, miniere il cui controllo viene sistematicamente realizzato a suon di mitra; ma anche consumando troppo, troppo cibo sprecato, troppa corrente elettrica, troppa acqua, troppa benzina. Fare beneficenza con una donazione inoltre può farci sentire più buoni e generosi ma come spiegava padre Albanese non servirà certo a bilanciare il vergognoso squilibrio economico fra nord e sud del mondo, l'Africa ha ad esempio ricchezze minerarie e petrolifere inestimabili ma tutti questi stati messi assieme dichiarano un prodotto interno lordo che è la metà di quello di uno stato europeo; se queste ricchezze fossero tutelate con degli stati forti e non con delle guerriglie commissionate da sanguinari corrotti, si risolverebbero in una sola volta il problema del sotto sviluppo e delle guerre.
Al momento delle domande la prima che è stata posta faceva più o meno così: - Che può fare un comune cittadino in un paese occidentale? Informarsi prima di tutto per uscire da un appiattimento culturale umiliante e poi cambiare stile di vita, consumare meno, boicottare i prodotti che sfruttano i paesi del terzo mondo e prediligere un economia più attenta ai problemi delle del terzo mondo che quasi sempre è il luogo dove viene prodotto il nostro benessere, non solo letteralmente ma anche idealmente, se noi possiamo fare questo stile di vita così avido di risorse è possibile perché da un altra parte del mondo si consuma pochissimo se tutti facessero il nostro stile di vita l'inquinamento sarebbe così elevato e le risorse così insufficienti da portarci alla distruzione in poco tempo.

Intervento di P.Albanese sull'importanza della rete

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