martedì 10 aprile 2007

Deviazioni

Prima di ieri ho preso un bonsai. Ogni cosa è ha le stesse proporzioni che avrebbe in un albero grande, tronco, rami, e foglie, tutto in scala ridotta. Il tronco ha le cicatrici del fil di ferro che è servito per dare all'albero quella strana forma, innaturale ma armonica, è come se si arrampicasse su un appoggio centrale immaginario con un movimento contorto.
E' strano che una forma così innaturale può anche essere bella da vedere, le cure costanti che servono per ottenerla non devono fare molto piacere alla pianta che col tempo si rassegna a prendere quella strana figura. Ogni cosa può essere deviata se c'è una forza costante che si oppone alla naturale evoluzione delle cose, una diga può essere costruita per bloccare un fiume, venti anni di galera posso far ravvedere anche il peggiore criminale e un ragazzo a cui non piace studiare se vuole può anche laurearsi.
Non mi piacciono le persone fataliste che si rassegnano ai propri difetti e dicono che tanto sono fatti così e non possono farci niente, vuol dire non prendere neanche in considerazione il fatto che la nostra forza di volontà è veramente capace di farci cambiare. Rassegnarsi ai difetti secondo me vuol dire portarli a compimento. Quando dentro sento di voler fare una cosa che non va fatta sono ancora in tempo per impedirla e se ci riesco nessuno da fuori si accorgerà mai della mia tendenza negativa, ma se non credo alla mia forza di volontà se penso che sia una battaglia già persa e cedo allora piano piano le mie tendenze negative si concretizzeranno e col tempo si radicheranno sempre di più fino a fare parte del mio carattere definitivamente. Ma tutto ciò è faticoso e spesso fa male come hanno fatto male al bonsai le costrizioni di ferro che ha sopportato per tanto tempo prima di diventare quello che è.



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