sabato 2 dicembre 2006

Vivere con l'open source

Ci sono tanti capaci programmatori che si guadagnano da mangiare con il loro lavoro, è giustissimo farsi pagare per una particolare competenza quando la si mette a servizio di chi ne ha bisogno ma questo non vuol dire che l'unico modo possibile di fare profitti con il software sia quello attuale, ovvero scrivere un programma farlo pagare a peso d'oro, blindarlo facendo in modo che basta copiarlo o modificarlo per andare in galera e neanche chi ha pagato per usarlo è il proprietario ma solo uno a cui è stata concessa la facoltà di utilizzarlo spesso su un solo pc e non di più. I programmatori passano giornate intere davanti ai monitor delle loro ditte e vengono stipendiati da gente il cui unico compito è quello di coordinare/controllare il loro lavoro, mi astengo dall'esprimere quello che penso sugli stipendi e sulle competenze di chi sta a capo e di chi lavora nell'ambito della programmazione, come in altri ambiti; quello che voglio dire è che un programmatore può benissimo fare utili da solo senza cedere nulla ad alcun superiore, del resto è quello che sottobanco succede, dato che molti dopo l'orario di lavoro tornati a casa arrotondano con lavoretti richiesti da conoscenti e amici.
Realizzare un programma aperto vuol dire donare gratuitamente ore del proprio tempo a chi ha bisogno di quel programma ma non solo, altrimenti non sarebbe un lavoro ma del volontariato. Può voler dire anche fornire un'assistenza facendosi pagare per migliorare il programma e renderlo ideale per l'uso che ne richiede il cliente. Occorre precisare che quando si realizza un programma open source si è molto più agevolati in quanto si ha a disposizione il codice di tutta una serie di programmi simili anch'essi liberi il cui codice si può includere nel proprio senza problemi legali. Nei programmi a codice chiuso avviene il contrario bisogna partire ogni volta da zero anche se in quell'ambito ce n'è uno che fa le stesse identiche cose ma è chiuso, ammenocchè non si gioca sporco includendo il codice di un programma aperto simile facendolo poi pagare spacciandolo per proprio. Guadagnare con l'assistenza vuol dire lavorare affinchè il programma sebbene gratuito funzioni al meglio secondo le precise esigenze di chi lo sta usando, questo può voler dire modificarlo affinchè oltre le poche e scarne funzioni che aveva inizialmente si arricchisce grazie alle richieste del cliente. I programmatori sanno bene che il grosso del guadagnano lo si fa con l'assistenza. Il 90% della gente che sta davanti a un pc è incompetente non ha la minima idea di come funziona sa solo usare il programma che gli serve e il grosso del lavoro non è il programmare ma istruire un cliente come si usa il programma (spesso come si usa un computer), nella maggior parte delle situazioni in cui si richiede l'assistenza è perchè il cliente ha fatto qualcosa che non doveva o perchè il programma necessita di piccolissime modifiche. Promuovere i programmi open source non vuol dire avercela con l'idea di fare profitti con il software o con tutte le software house e gli onesti programmatori che ci lavorano, ma solo con le grosse multinazionali e la loro logica dei brevetti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso arrivare a cosa significa open source, ma sinceramente nn ho capito molto della logica ke vorresti condannare...Me lo rispeghi in parole povere?

marco ha detto...

Le grosse ditte del software (tipo quella che fa il sistema operativo che usi) sfruttano le capacità dei loro programmatori per fare guadagni enormi, se i programmatori si mettessero in proprio magari facendo programmi aperti e chiedendo un compenso solo quando forniscono assistenza guadagnerebbero lo stesso (forse anche di più) e non ci sarebbe nessuno che parassiti il loro lavoro!