venerdì 10 novembre 2006

Nodi

Quando viaggiavo tutti i giorni in treno incontravo ogni mattina più o meno le solite persone. Per mezz'ora stavo seduto lì assieme ai loro sguardi, le loro letture, i loro conoscenti e le loro storie. Arrivato a destinazione trascrorrevo dalle 4 alle 5 ore assieme ad altre persone con cui avevo un rapporto spesso non idilliaco. Adesso mi capita di ripensare a quelle facce che mascheravano delle vite simili alla mia e per un breve tratto parallele alla mia e devo ammettere che non mi dispiacerebbe avere loro notizie o stargli ancora una volta accanto.
E' una cosa che mi fa capire come sono forti gli effetti della vicinanza fisica, costante e prolungata, di due o più persone che potrebbero anche non dirsi niente o non avere particolari affinità. E' come se ogni giorno ci stringiamo a chi ci sta accanto annodandoci con dei fili sottili che poco a poco diventano lacci, corde e poi catene. Chi considera una prova d'amore la nostalgia che avverte quando è lontano dalla sua amata non fa un buon affare; che dovremmo pensare del legame che si crea tra un sequestrato e il suo sequestratore? Oggi pomeriggio alle due e mezza perché mi dovrebbe importare di sapere che fine hanno fatto? Io non ho provato affetto nei loro confronti quando mi erano accanto... e allora?


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