martedì 2 ottobre 2007

Ci sono idee inconcepibili, forse non nel senso letterale; tutte le idee possono essere concepite però alcune quando cominciano a farsi strada e a diventare sempre meno sottili lasciano un senso di inadeguatezza tipico di quando si avverte che in realtà c'è qualcosa che non quadra, una di queste è l'idea di infinito. Per carità chissà quanti filosofi ne hanno parlato per non dire che hanno dedicato la loro intera esistenza a questo tema e quanti matematici sono rimasti appagati dalle loro definizioni con le quali hanno cercato di far quadrare di incasellare l'infinito in uno schema mentale facilmente assimilabile ma a rifletterci su non credo che dopo averlo fatto si siano sentiti "la coscienza a posto". Chissà se qualcuno di loro abbia pensato: per un po' nessuno farà altre domande ma tanto lo so anch'io che mi sfugge qualcosa.
In realtà quando si parla di infinito quando ad una certa categoria gli si attribuisce questa caratteristica è inevitabile che "qualcosa vada storto" e sorgono tutta una serie di paradossi su cui a questo punto c'è poco da dire, il problema semmai è accettare il fatto che c'è un concetto che va oltra la nostra comprensione. In alcuni casi l'infinito è una necessità, penso all'estensione dell'universo, come si fa a pensare ad un limite un confine dello spazio oltre il quale "non c'è spazio" a questo punto tra scegliere di spiegare il nulla vuoto e un continuo senza limiti tra i due mali...
Eppure ci sono calcoli matematici che fanno uso dell'infinito più precisamente del calcolo infinitesimale come ad esempio la misura di un'area sottesa a una curva, l'integrale ha messo sempre in crisi il mio ragionamento, perché è troppo difficile per me accettare l'idea che sommando un numero infinito di addendi si ottenga una quantità finita, c'è qualcosa che non quadra, come tutte le volte in cui ci si riferisce a una quantità infinità. Per quanto piccoli siano questi addendi se ne ho un numero infinito alla fine il risultato sarà un infinito. 10 elevato alla -30 ovvero "0,0000..." seguito da trenta zeri e 1 per quanto piccolo, se sommo ad esso numeri altrettanto piccoli ma per infinite volte a occhio e croce per logica dovrei ottenere un numero "astronomico" anzi infinito, queste sono le conclusioni a cui arriva la logia ma non quelle a cui arriva la matematica perché il calcolo di un integrale è sempre un numero finito.
Il calcolo infinitesimale che considera una quantità finita come la somma di infinite parti di grandezza infinitesimale mi fa riflettere su tutte quelle cose formate da unità di dimensioni infinitesimali, o quegli eventi che avvengono grazie al contributo di un numero infinito di piccolissime cause.



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