mercoledì 2 gennaio 2008

God save the queen

A scacchi ognuno ha il suo pezzo preferito c'è chi ama fare le prime mosse coi cavalli e spera di danneggiare l'avversario il più possibile sempre con gli stessi, c'è chi usa molto gli alfieri e li sa usare così bene che anche soltanto con quelli è capace di dare scacco matto e così via ogni giocatore ha un debole per un certo pezzo e va a finire che muovendo sempre quello impara ad usarlo nel modo migliore ed elabora le strategie migliori per vincere servendosi di quel pezzo.
Pur tuttavia la regina resta il pezzo più importante e nessuno, pur avendo delle preferenze su altri, può dire di essere capace di giocare anche dopo averla persa come se non fosse successo nulla, forse per qualcuno è più sacrificabile che per altri ma in tutti i casi avere la regina o non averla non è mai una cosa che lascia indifferenti. Se ci si rende conto che l'avversario è particolarmente legato ad essa allora si può tentare di danneggiarlo facendo uno scambio basta mangiare la sua regina con la propria quando meno se lo aspetta, lui mangerà la tua ma sicuramente gli sarà preso un bel colpo e sarà così demoralizzato che nelle mosse seguenti farà probabilmente qualche errore grossolano che gli farà perdere altri pezzi.
La regina è il pezzo più potente, quello che ha maggiori possibilità di movimento ed è una sicurezza sapere di averla ancora, anche se non si muoverà mai durante la partita perché resterà sempre lì fedelmente a fianco al re ed è per questo motivo che forse l'avversario la punterà prima ancora di puntare il re. Se si dispongono sulla scacchiera tutti i pezzi così bene che subire scacco matto è impossibile, il nemico è costretto a rivolgere i suoi attacchi alla regina per indebolirci ma a questo punto devono fare la loro parte tutti gli altri pezzi che contrasteranno gli attacchi a salvaguardia della regina.
"Dio salvi la regina" nell'impero britannico doveva essere un'idea tanto radicata che fu messa a titolo dell'inno nazionale, si sa: se cade la regina è l'inizio della fine e le parole con cui l'autore si rivolge alla regina non sono poi tanto lontane da quelle con cui i testi sacri si rivolgono a Dio.
Mi sono chiesto chi fosse la mia regina, quale sia la cosa più preziosa che ho e che non permetterò mai a nessuno e in nessun modo che mi venga tolta.
La mia regina è la serenità interiore, il mio equilibrio su cui poggia anche la mia dose quotidiana di felicità, quella cosa che mi da la capacità di prendere sonno pochissimo tempo dopo essermi messo a letto, ciò che mi permette di rimanere concentrato nel mio lavoro quando è indispensabile che io non faccia errori, quella cosa che mi rende paziente e mi da talmente tanto da poter donare un po' della mia gioia di vivere e di benevolenza anche a quelli che non si meriterebbero proprio nulla.
Nel momento il cui ho capito che c'è qualche situazione che minaccia la mia serenità e che obiettivamente comincia a rendermi infelice, mi fa paura la determinazione con cui riesco a prendere decisioni tanto importanti in brevissimo tempo che in altri contesti avrei meditato molto di più, decisioni tanto drastiche ma ai miei occhi tanto necessarie per salvare la mia regina.
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2 commenti:

pietro ha detto...

ciao marco,
complimenti per il post, sei molto bravo nello scrivere, meglio di molti giornalisti "veri".
volevo salutarti con la scusa del commento e comunicarti il link del mio blog, che da qualche mese cerco di portare avanti: http://pensierolibero78.blogspot.com/
ciao
pietro lo bue

marco ha detto...

Ciao Pietro, grazie per i complimenti anche se effettivamente non ci vuole molto a scrivere meglio di certi giornalisti! Anche il tuo blog è interessante, l'ho già messo tra i preferiti... bella l'immagine è un autoritratto?