martedì 20 maggio 2008

La fabbrica di armi


"Il mio nemico non ha divisa

ama le armi ma non le usa

nella fondina tiene le carte visa

e quando uccide non chiede scusa."


È il ritornello di una canzone di Daniele Silvestri una canzone contro la guerra, una guerra che comincia dai trafficanti di armi passa da politici senza scrupoli che appoggiano azioni militari sotto la pressione della lobby delle armi e si concretizza sul campo di battaglia, ma questo è solo l'ultimo atto di una vicenda che inizia in ambienti di gente per bene dove difficilmente ci si sporca le mani.
Quante volte al giorno provoco una sofferenza su chi mi circonda anche senza "sporcarmi le mani" senza cioè nessun tipo di litigio o diverbio e quante volte sono stato io ad essere ucciso dall'egoismo o dall'ipocrisia degli altri. Com'è difficile restare impassibili davanti agli atteggiamenti di chi pensa: io ho ragione perché non faccio nulla di male è un mio diritto poi se tu vieni colpito, non è certo un problema mio arrangiati
Quando uccide non chiede scusa... e perché dovrebbe? Lui è nel giusto come è nel giusto chi lavora in una fabbrica di armi! ! Le nostre menti sono delle fabbriche di armi tutte le volte che generano pensieri egoistici di questo tipo e noi lavoriamo in questa fabbrica di armi di buon grado senza riflettere che di li a poco gli stessi pensieri produrranno delle inclinazioni e poi dei comportamenti che saranno dei fucili pronti a sparare su chi ci sta accanto. Perché perseguire la propria felicità è un desiderio sano ma se si comincia a pensare che bisogna essere disposti a tutto pur di raggiungerla perché mi spetta di diritto allora basterà poco per convincersi che al centro di tutto ci sono io che posso anche usare e abusare di chi mi sta accanto possibilmente salvando la mia reputazione anche ai propri occhi, perché se mi auto convinco che sono pulito è come se non fosse successo nulla.
Anche chi lavora in una fabbrica di mine anti-uomo se si disinteressa a tutti i bambini che hanno perso gli arti o la vita stessa e nessuno lo sveglia nella notte gridandogli che è un assassino alla fin fine il problema non esiste.
Chi è il mio nemico, chi mi ha sparato? Chi gli ha venduto l'arma o chi lo ha convinto a farlo perchè non era poi così grave?
Forse cominciare a ragionare sulle responsabilità è il primo passo per non odiare perchè se proprio non si può amare almeno provo a non odiare. Se ragiono sulle cause e trovo anche un piccolo appiglio per riuscire a giustificare chi mi ha fatto del male sono ad un passo dall'identificarmi col mio nemico, perché lo so bene che in un altro contesto i ruoli sono stati invertiti, perché io sarò stato il carnefice di qualcuno e i miei difetti saranno stati delle armi che volontariamente o no ho puntato su chi non doveva essere ucciso. E se il mio nemico è come me, dato che di me sento che non sono poi così cattivo allora neanche lui lo sarà, quindi non ne vale neanche la pena di avvelenarsi la vita con sentimenti così dannosi per chi li prova.
Un grazie di cuore chi ha ispirato questi miei pensieri, si è seduta accanto a me, neanche mi conosceva ma mi ha raccontato dei suoi assassini e io invece non sono capace di parlargli dei miei!

Il video


3 commenti:

don Nicola Salsa ha detto...

Bello il tuo blog..complimenti

Tutti siamo abituati a considerare santi quelli che sono sul calendario, ma occorre ricordare che c'è una schiera di uomini e donne "sante" che riempiono le nostre strade.
Personalmente ritengo che siano santi tutti coloro che, senza spesso saperlo, vivono seguendo il Vangelo. Tutti coloro che vivono una vita semplice, fatta di piccole cose.
Sono i piccoli eroi del vangelo, persone che senza medaglie vincono le quotidiane battaglie della vita.

http://nicoladon.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

good start