martedì 27 maggio 2008

Il volo del calabrone

Il volo ha sempre affascinato l'uomo e la prima idea che questo ha avuto era quella di imitare gli uccelli, Leonardo fu il primo a studiare con un metodo quasi scientifico l'aerodinamica del volo ad ala battente e quando nei primi del '900 ci furono i mezzi per costruire una "macchina volante" si pensò di riprendere il modello di volo degli uccelli.
Se la natura è capace di farli volare con questo sistema allora sarà il più efficiente e semplice; i risultati furono disastrosi e si capì subito che non era così semplice progettare un mezzo le cui ali abbiamo funzioni sia propulsive che di sostentamento con la stessa efficienza di un uccello; qualcosa che tutt'oggi va al di fuori della nostra portata.
Si studiò anche il volo degli insetti, questo vuol dire che si calcolò quanto devono essere grandi le ali, a che velocità devono battere e quanta energia ci vorrebbe per sollevare da terra un mezzo che usi lo stesso sistema. Ovviamente la più semplice aerodinamica alla fine è risultata quella di cui si servono tutti i velivoli di sempre: un'ala fissa che viene investita da un flusso l'aria che genera la portanza, quella spinta che fa pressione sul ventre dell'ala e una depressione sul dorso, facendo sollevare il mezzo.
Pur tuttavia con l'avvento di nuovi materiali leggeri e resistenti e nuovi motori più potenti non è da escludere veder volare in futuro qualche prototipo di velivolo ad ala battente, a dire il vero qualcosa a livello turistico è già in volo.
Fra i tanti animali volanti quello su cui si sono fatti gli studi più approfonditi è il calabrone, basta dargli un occhiata per capire il motivo. E' un grosso e pesante insetto e per le sue sue dimensioni ha delle ali talmente piccole che per quanto le muova velocemente queste secondo i calcoli fatti non dovrebbero produrre una spinta sufficiente a farlo volare. Il calabrone è un mistero, fa qualcosa che va contro le leggi della fisica, ma non di chissà quale fisica, la meccanica, l'aerodinamica tutte discipline che non hanno più segreti da centinaia di anni!
In realtà questa è quasi una leggenda, è vero che per molti anni il volo del calabrone fu un enigma ma è anche vero che piano piano, grazie a nuovi strumenti di osservazione si arrivò alla conclusione che per comprendere il volo di un insetto era sbagliato applicare il modello aerodinamico di un aereo. Se gli insetti avessero le ali lisce come sembra che sia a prima vista effettivamente questi non potrebbero volare, in realtà dopo un'osservazione al microscopio si vide che queste sono leggermente increspate e queste increspature quando le ali sbattono freneticamente provocano delle turbolenze. L'insetto produce attorno a se una bolla di aria turbolenta dentro il quale è capace di muoversi, niente a che vedere col volo di un aereo o anche di un uccello le cui ali piumate sono aerodinamiche per non creare turbolenze e minimizzare la resistenza aerodinamica.
Anche se soltanto '96 sono stati svelati tutti i segreti del volo del calabrone in ogni più piccolo dettaglio, resta il tutto il fascino della natura capace di compiere egregiamente imprese apparentemente impossibili e nei modi più impensabili.
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8 commenti:

LAURA ha detto...

Interessante questa spiegazione anche per un'ignorante del settore come me! Grazie per la visita! ;-)

marco ha detto...

Ma figurati... neanch'io sono "un esperto del settore", mi piace curiosare su internet e quando leggo qualcosa che mi affascina cerco di riportarla come meglio posso.

daniela ha detto...

Ma quindi poi è stato svelato il perchè del volo dei calabroni?

Io avrei preferito fosse rimasto un mistero. :-)

marco ha detto...

Anch'io sono partito con l'idea di scrivere un post su come la scienza è incapace di rispondere a domande molto semplici, quasi banali come il volo di un insetto, poi documentandomi ho scoperto che almeno questo non è più un mistero... ma tranquilla ce ne sono di cose in cui ancora "i conti non tornano"! ;)

Anonimo ha detto...

"Il calabrone entra nella stanza illuminata, va a battere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili.
Rumore secco delle sue zuccate. Dopo un po' si acquatta per riprendere le forze. Ricomincia contro la lampada, le pareti, i vetri, e daccapo contro la lampada.
Infine cade sul tavolo, zampe all'aria, la mattina dopo è secco, leggero, morto. Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato."

Ennio Flaiano

marco ha detto...

Grazie x aver arricchito la pagina con questa bella citazione... direi sulla consapevolezza o per meglio dire, sulla non consapevolezza

BelloBeta ha detto...

Ecco la soluzione. www.ilmiolibro.it, cercate: "Il mistero svelato del calabrone". Sara' il libro dell,anno! Garantito!!!

Anonimo ha detto...

il calabrone riesce a volare al al movimento strano con cui fa ondeggiare le sue ali. le sbatte un po' in avanti e un po' all'indietro con 230 battiti al secondo. grazie a questo suo modo strano di battere le ali riesce a volare ! e' straordinaria la natura ! =P