sabato 19 aprile 2008

Respiro

Ci sono soltanto due eventi che avvengono costantemente per tutta la durata della nostra vita, il battito del cuore e il respiro. Tutto il resto può anche interrompersi per qualche tempo ma le contrazioni del cuore che pompa sangue e della gabbia toracica che accoglie aria nei polmoni ci accompagneranno dal primo minuto della nostra esistenza (il cuore in realtà comincia a battere molto prima che nasciamo) fino al punto di morte. Sul primo raramente ne avremo consapevolezza e difficilmente saremmo capaci di prenderne il controllo, sul respiro invece basta poca attenzione per esserne coscienti e cosa strana per un processo così essenziale, possiamo anche controllarlo con la nostra volontà.
A volte paragonandoci a una macchina pensiamo che il cibo è la nostra benzina, ma non è così, i nutrienti che ingeriamo sono i mattoni con cui ricostruiamo ogni giorno tutti i nostri tessuti e tuttalpiù mettiamo da parte un eccesso producendo delle riserve sotto forma di grassi. Eppure la benzina, il vero combustibile con cui tutte le cellule rimangono vitali e con il quale bisogna far reagire i grassi per ottenere energia è l'ossigeno che si ricava dalla respirazione. Ecco perché si può vivere diverse settimane senza mangiare, un paio di giorni senza bere ma soltanto pochi minuti senza respirare e le prime cellule a soffrire una carenza di ossigeno sono guarda caso le più sofisticate e preziose che abbiamo ovvero quelle dove risiede la nostra ragione.
Siamo coscienti di un evento che avverrà sempre e comunque anche se ci distraiamo anche se vorremmo farne a meno e in questo modo qualunque amarezza ci riserva la vita, per quanto possa essere grande l'istinto autolesionista, difficilmente qualcuno è riuscito a togliersi la vita smettendo volontariamente di respirare. L'istinto di sopravvivenza è una forza così grande che la nostra natura impedisce con un sistema perfetto a chiunque di "dimenticarsi" o smettere volontariamente di respirare.
Sarà per questo che le filosofie orientali danno una grande importanza al respiro e al beneficio che si ottiene ponendo l'attenzione su un evento tanto spontaneo e ritmico. Ad esempio lo si può sfruttare come un metronomo a buon mercato per la nostra mente, uno strumento utilissimo per scandire e disciplinare i nostri pensieri ma non solo; a volte chi ha un credo tende a dargli il nome che lo fa sentire più a proprio agio ma non necessariamente perchè il risultato è sempre lo stesso: basta qualche minuto di attenzione per sentire che questa "cosa" soprattutto nei momenti di sconforto non fa altro che spingere dentro i nostri polmoni proprio ciò di cui abbiamo più bisogno e sempre con lo stesso movimento è capace di tirare fuori delle scorie come l'anidride carbonica che se restasse in eccesso nel nostro sangue ci ucciderebbe.
Un evento così semplice capace di fare due cose tanto essenziali per noi; ci nutre e ci purifica e tutto ciò anche se si è stanchi anche se non ci va di fare nulla. Lei è sempre lì, questa forza che si prende cura di me senza chiedermi alcun prezzo, nessun genere di sforzo, non mi stanco di respirare come un bambino non si stanca ad essere preso in braccio (*). E basta osservare, prendere coscienza, di questo ritmo per distogliere l'attenzione sulle piccole afflizioni della vita e di come nonostante queste essa rimane "vivibile" ne' bella ne' brutta, ne' triste ne' allegra, ne' prevedibile ne' imprevedibile, ma va, va qualunque siano gli eventi che ci si presentano davanti ai nostri occhi, le nostre decisioni in funzione di questi e le loro conseguenze su noi stessi e su chi ci circonda.


(*)

Ho sognato che camminavo
in riva al mare con il mio Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo
tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso
apparivano sulla sabbia due orme,
le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni
più difficili della mia vita.
Allora ho detto: «Signore
io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso
che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti più difficili?».
E Lui mi ha risposto:
«Figlio, tu lo sai che io ti amo
e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali
sei soltanto un’orma sulla sabbia
sono proprio quelli
in cui ti ho portato in braccio»


Margaret Fishback Powers - Orme sulla sabbia

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