martedì 29 aprile 2008

Come le candele

Siamo delle spugne che si inzuppano di ossigeno, ad ogni respiro entra nei nostri tessuti trasportato dall'emoglobina contenuta nei globuli rossi, è tutto ciò che ci serve per distinguerci dagli esseri inanimati. La reazione di ossidazione ci rende "caldi" capaci cioè di regolare la nostra temperatura indipendente da quella ambientale, anche i nostri muscoli si contraggono ricavando energia dalla stessa reazione.
Eppure tutto ciò ha un prezzo, l'ossigeno è un elemento molto reattivo capace di reagire/trasformare tantissimi elementi compresi quelli che non dovrebbero, l'ossidazione di altri componenti cellulari è una reazione dannosa da cui la cellula stessa deve difendersi, i batteri ad esempio li classifichiamo anche in funzione della loro capacità di difendersi dall'ossidazione in aerobi o anaerobi obbligati. Tutto dipende dalla presenza di enzimi in grado di proteggere la cellula dall'ossidazione. Ovviamente anche noi abbiamo un efficace apparato enzimatico anti-ossidante pur tuttavia l'ossigeno può danneggiare le cellule perché formando dei radicali liberi, molecole con carica solitamente positiva capaci di reagire a loro volta, si innescano delle reazioni a catena indesiderate che alla lunga danneggiano le cellule e di conseguenza i tessuti.
Sono note le capacità anti-invecchiamento di tutti gli anti-ossidanti naturali i polifenoli ad esempio, presenti nel vino rosso o nel the verde, un fondo di verità ci sarà, basta osservare l'aumento dell'età media nelle popolazioni che fanno largo uso di the verde, anche se recenti studi tendono a ridimensionare questi effetti positivi degli anti ossidanti sulla longevità.
Se la vecchiaia fosse causata soltanto da questo i gerontologi che non si rassegnano al suo avanzamento possono a buon diritto arrivare a pensare che si può trovare un sistema per impedire del tutto l'invecchiamento e allungare così la vita fino a raggiungere età impensabili. Ovviamente non è così e molte di queste teorie hanno poco di scientifico, in realtà l'invecchiamento non è soltanto la conseguenza dell'ossidazione ma un programma genetico ben preciso, ogni nostra cellula è geneticamente programmata per invecchiare.
Sembra strano che un organismo vivente tanto dinamico capace di riciclarsi continuamente sostituendo completamente le cellule vecchie con altre nuove alla lunga va incontro ad un deterioramento, se il naturale turnover cellulare fosse perfetto tutto ciò non dovrebbe succedere, in realtà ad ogni divisione cellulare il materiale genetico che ricevono le due cellule figlie non è identico a quello posseduto dalla cellula madre, c'è una regione chiamata telomero situata all'estremità dei cromosomi che di volta in volta si accorcia leggermente, è difficile credere che una macchina di replicazione così efficiente non abbia saputo risolvere un problema così banale, fatto sta che tutto ciò produce un limite fisico al numero di replicazioni massimo a cui una cellula può andare incontro, oltre il quale le cellule figlie avranno un patrimonio genetico a cui mancheranno geni vitali e quindi non saranno capaci di replicarsi ulteriormente.
Come si può allungare un telomero in modo che una specie cellulare abbia una vita più lunga? C'è un enzima che fa proprio questo, si chiama telomerasi, ma anche la sua azione è regolata da altri geni, alcuni lo hanno definito l'enzima della longevità, si è visto che aumentando artificialmente la sua azione in un organismo vivente (Caenorhabditis elegans) la vita media si allungava del 20%.
Se si bloccassero i radicali liberi ci e si impedisse ai telomeri di "consumarsi" come la fiamma di una candela consuma la cera, potremmo smettere di invecchiare? In realtà non ne sappiamo ancora abbastanza della fisiologia cellulare e se ci sono altri eventi che regolano la longevità, quello che percepiamo è che l'invecchiamento è una diretta conseguenza della durata della nostra vita e il buon senso ci dice che se riusciamo ad accettare serenamente i segni del tempo sul nostro organismo questi improvvisamente smettono di essere un problema.
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