venerdì 7 dicembre 2007

Paradiso terrestre

Il Kerala è quel luogo dove la natura è così benevola con chi vi abita che ogni caratteristica sembra studiata appositamente per fare star bene i suoi abitanti siano essi uomini animali o piante. La vegetazione neanche a dirlo è rigogliosa e ogni specie non è soltanto un ornamento ma un dono prezioso, alberi da frutta, ananas, cocco, banane, foreste intere di palme da cocco e banane, canne da zucchero in quantità tali da poterne anche sprecare qualcuna per sgranocchiare la polpa dolce e succosa. Enormi alberi di tamarindo, coltivazioni di caffè e una grande varietà di the, arbusti di the che sembrano un tessuto elastico che aderisce perfettamente a sinuose colline e dolci pendii.
Chili, pepe, vaniglia, mostarda, ginger, sandalo e ogni tipo di pianta aromatica alcune molto rare e pregiate con cui si producono diverse qualità di churry. Distese di riso a perdita d'occhio interrotte solo da foreste selvagge e protette. E poi ancora coltivazioni di alberi della gomma molto redditizie, tutte piante che non servono soltanto a gratificare la vista ma anche il palato e il portafogli, coltivazioni che non richiedono chissà quali cure e fatiche per l'uomo perché sono piante che anche spontaneamente sono molto produttive. La gente vive di agricoltura, fa una vita semplice ma dignitosa e soprattuto nessuno patisce la fame. Il clima è quanto di più gradevole ci si può aspettare, anzi è difficile per chi è abituato alla stagionalità concepire 25/30° costantemente per tutto l'anno, in Kerala non c'è estate e non c'è inverno, l'unica alternanza sarà quella di una stagione delle piogge seguita da una stagione secca, ma mai alluvioni disastrose e mai gravi siccità che causano dei guai al raccolto.
Forse un occidentale potrebbe non gradire un clima tanto clemente perché è legato sentimentalmente al suo inverno rigido fatto di piumoni, caminetti accesi e il Natale con il paesaggio che si imbianca, così come all'estate con le sue le spiagge gremite e tutte le altre immagini piacevoli, ma chi ha sempre vissuto in un luogo dove non serve faticare per proteggersi dal freddo o dal caldo e non serve neanche stressarsi in auto per andare al lavoro e non è necessario mettere in mostra chissà quale tenore di vita per sentirsi delle persone rispettabili penso che difficilmente quella gente cambierebbe la sua vita con quella di un occidentale.




Difficilmente una foto può rendere giustizia allo stupore che si prova nel trovarsi al centro di una coltivazione di the grande centinaia di ettari
.

3 commenti:

daniela ha detto...

Io un anno lì me lo passerei volentieri.
Grazie per la bella descrizione, e per le foto.... è come regalarci un piccolo viaggio. :-)

marco ha detto...

Vorrei scrivere ancora sull'India solo che in questi giorni mi sono fatto prendere dalla pigrizia... ;)

daniela ha detto...

Beh quando la pigrizia ti passa noi siamo qui! :-)