Arrival immagina come potrebbe essere il primo contatto con una civiltà intelligente.
Finalmente
qualcuno, lo scrittore di fantascienza Ted Chiang e il bravo regista canadese Denis Villeneuve che ha saputo
tradurre in immagini, raccontano di alieni non ostili non antropomorfi e
non opportunisti o sfruttatori di qualche risorsa. E' proprio vero che
quando immaginiamo qualcosa tendenzialmente proiettiamo noi stessi,
tutte le nostre ansie e insicurezze e la nostra impostazione mentale, e
non ci vuole molto a capire che violenza, attaccamento al profitto e
alle ricchezze ci fanno immaginare un universo popolato da civiltà
meschine e piccole come la nostra.
Il film è incentrato
sull'incomunicabilità ed è ovvio che sarà così, se mai succederà.
Abbiamo immaginato degli alieni talmente evoluti da riuscire subito a
comunicare con noi, pensiamo agli animali più intelligenti, pensiamo ai
delfini, come potremmo mai parlare con loro, come facciamo a chiedere
cosa vorrebbero da noi? Coi delfini potremmo avere molto in comune, sono
dei mammiferi, non siamo lontanissimi nel grande albero
dell'evoluzione, ha gli stessi sensi nostri, vista, udito se ci
impegnassimo dopo anni sapremmo stabilire una qualche forma di
comunicazione, forse nei delfinari si fa già non certo discorsi
complessi o domande esistenziali. Facciamo un passo oltre e pensiamo ai
polpi che dimostrano una grande intelligenza pur nella semplicità della
loro biologia. Come potremmo "dirgli" delle cose? In questo caso la
distanza che ci separa è molta, hanno solo la vista in comune con i
nostri sensi, probabilmente non hanno l'udito, ma avranno altri sensi
che ancora non riusciamo a capire, ed è fondamentale capire cosa e come
percepiscono la realtà per "aprire" un canale di comunicazione. Andiamo
oltre e pensiamo ad una creatura che non fa parte di questo pianeta, si è
evoluta a condizioni enormemente diverse, altre temperature, altre
pressioni atmosferiche, altra composizione chimica, altre risorse
vitali, organi di senso che non possiamo neanche immaginare. In che
ordine di grandezza sono i loro corpi, sono individui unici e separati o
forme di vita collettive? Cosa percepiscono e come, cosa emettono, onde
sonore, energia, e sotto che forma? Luce, onde radio, raggi x, come
interagiscono con la realtà, si muovono e in che modo. Facendoci queste
legittime domande, capiamo subito che l'alieno antropomorfo con una
testa con occhi, naso orecchie e bocca e 4 arti è quanto di più
incredibile potremmo mai trovare per il semplice fatto che è
inverosimile che la vita abbia trovato le stesse soluzioni su pianeti
estremamente diversi dalla Terra.
Una linguista e un fisico ci
mettono mesi per stabilire un contatto, scartato il canale sonoro per
il semplice fatto che dopo enormi sforzi non c'è nessum modo di trovare
un significato nei suoni che emettono, e noi e i nostri computer
interpretiamo quelle onde sonore semplicemente come rumore. Si passa al
canale visivo. La linguista scrive il suo nome sulla lavagna e i due
alieni confinati in un'ambiente che verosimilmente contiene le loro
condizioni ambientali disegnano sulla parete dei simboli circolari, è la
prima incomprensibile risposta, ma è pur sempre una risposta, una
azione interpretabile come reazione allo stimolo visivo della scrittura.
E' la svolta, da questo momento in poi gli alieni disegneranno cerchi
via via sempre più complessi e sempre più numerosi in risposta a quanto
scritto e mimato dai due dall'altro lato.
In questo modo i due
ricercatori riescono a crearsi un vocabolario di simboli associati alla
loro traduzione e interpretazione di ogetti e azioni che gli alieni
vedono fare ai due. I simboli che sono immagini nere su bianco possono
essere salvate e interpretate da una IA che aiuta poi a ricomporre il
messaggio nella loro lingua visualizzandolo su uno schermo. I militari
incalzano i due a fare la fatidica domanda che rassicurerebbe il mondo
dalle tensioni e paure create dalla loro presenza. Qual'è il vostro
scopo? Risposta, "Dare arma". Almeno questa è la prima interpretazione
che fa piombare la politica mondiale nella ostilità e in un senso di
minaccia da cui sentono di alzare le difese. Ma il messaggio potrebbe
anche essere "fornire strumento". E il senso si svela grazie ai pensieri
che la linguista avrà man mano che quei simboli diventano sempre più
usuali e familiari alla sua mente.
Il nostro cervello è
strettamente connesso alla realtà che ci circonda, la rileva la
interpreta, certe correnti filosofiche ci insegnano che forse è il
nostro stesso cervello, la nostra mente a creare la realtà. E ciò che plasma il nostro cervello è quello che facciamo,
quando studiamo intensamente qualcosa il nostro cervello si modifica, si
creano letteralmente delle connessioni che prima non c'erano e
acquisisce non solo delle nuove funzioni immagazinando esperienze ma
espande le sue capacità di interpretazione e di consapevolezza della
realtà che lo circonda. E sappiamo bene che la sola realtà "vera" è
quella che percepiamo e di cui siamo consapevoli.
"Fornire
strumento". Gli alieni sono sulla Terra per donare all'umanità qualcosa
che potenzialmente potrebbero già avere ma di cui non sono consapevoli e
se ne andranno solo quando si accertano che almeno un essere umano avrà
usato questo strumento. Ed è ciò che avviene.
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